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DREAM SCENARIO - HAI MAI SOGNATO QUEST'UOMO? regia di Kristoffer Borgli

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stratoZ     5½ / 10  30/11/2023 14:22:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Film che nasce come un'opera - fintamente - surreale e utilizza il pretesto per fare un'analisi socioantropologica sulla contemporaneità che stiamo vivendo, giocando un po' con Nicolas Cage stesso, ormai diventato tra gli idoli di internet.

Dream scenario inizia con la ordinarissima vita di questo professore universitario, un po' mediocre da quanto traspare, un po' inetto, col sogno di realizzare un libro che però ancora non ha scritto, probabilmente per un'arrendevolezza basata sulle difficoltà di pubblicazione che si aspetta di trovare, la svolta per il nostro caro Paul è quando buona parte delle persone in tutto il mondo iniziano a sognarlo, così, de botto. A quel punto verrà trasportato da un'ondata di celebrità e diventerà improvvisamente figo, basti guarda come cambia il rapporto con le figlie che da un momento all'altro lo considerano di più - per mostrarlo ai loro amici - ma anche con gli studenti universitari, che si riversano numerosi a lezione per raccontare i loro sogni e soprattutto con l'agenzia editoriale - fantastico il personaggio di Michael Cera in questo film, lui tra l'altro meme vivente come Cage - interessata a mostrarlo per il motivo bizzarro per cui è famoso piuttosto che per le sue ricerche in campo accademico.

Nel mezzo ci sono diverse sequenze in rappresentazione dei sogni che meh, non mi hanno detto più di tanto, le ho trovate abbastanza blande, così come una delle scene clou, quella della ragazza che fa sogni erotici su Paul, in cui probabilmente per l'emozione lui scorreggia ed eiacula subito appena toccato da lei, buttata lì un po' così, mi ha causato un certo distacco.

Forse la parte più interessante è quella della "discesa negli inferi" della celebrità da parte di Paul, quando le persone iniziano a fare brutti sogni al riguardo e allora inizierà una progressiva distruzione della sua vita, ciò che colpisce di più è la sua totale innocenza e la più assoluta impotenza nei confronti di questi eventi, un uomo in balia dell'opinione pubblica senza che abbia mosso un dito, i vari soprusi e le ingiustizie che è costretto a subire dal tribunale dei social media in questa sorta di sinusoide della reputazione che vive durante il film. Momenti che creano una buona empatia ma che ritengo abbastanza faciloni e già ampiamente esplicitati, diciamo che la critica al successo, specie quello effimero e molto temporaneo con questo schema di ascesa e caduta è un archetipo anche troppo rivisto nel cinema, moderno e contemporaneo.

L'ultima parte presenta un lato più dissacrante con questi advertiser che entrano pure nei sogni a rappresentare una pubblicità sempre più intrusiva nella vita privata delle persone ma allo stesso tempo rimette in mano alla malinconia un finale abbastanza sentito che forse sa di troppo, regalando quella sensazione da film sentimentale un po' stucchevole.

In definitiva, mi ha lasciato abbastanza diviso, se in buona parte del soggetto siamo dalle parti della paraculata, in alcuni spunti riesce ad essere interessante ed acuto, è una visione leggera, però di questo tipo di critica ne sarei già abbastanza saturo.