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L'ULTIMA ECLISSI regia di Taylor Hackford

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hghgg     8½ / 10  21/04/2015 22:41:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senza strafare ma sfruttando meravigliosamente l'ottimo comparto tecnico e attoriale messo a sua disposizione Taylor Hackford dirige il film della sua vita portando sul grande schermo "Dolores Claiborne" di Stephen King, film bellissimo che si impone prepotentemente come una delle migliori trasposizioni di uno scritto dell'occhialuto del Maine, superiore perfino a grandi film come "Misery" "Stand By Me" e "Le ali della libertà" e dietro solo all'irraggiungibile "Shining" (ma non di molto in fondo).

Le grandi interpretazioni delle due protagoniste, l'eccellente montaggio, la bellissima fotografia e una sceneggiatura perfetta sono i grandi punti di forza di questo imperdibile Thriller psicologico basato sulla memoria, sui ricordi, sul rimorso, sul dolore e sul costante incrocio del passato con il presente.
La regia di Hackford è solida e lui molto bravo nel tenere alta l'attenzione, nel gestire il ritmo e i serrati dialoghi tra le due prime attrici, dirette anche molto bene, un po' per merito suo un po' per talento loro non sbagliano nulla e non fanno nulla che sia fuori posto.

Sublime la scorrevolezza dei vari passaggi tra passato e presente frutto del montaggio di alto livello, la continua alternanza tra i fondamentali flashback e narrazione in tempo reale è gestita con una fluidità da applausi, il ritmo è così pacato ma mai spezzato.
Alla sceneggiatura va invece il merito di aver costruito un favoloso gioco di dialoghi, confronti e flussi di ricordi che vanno ad incastrarsi con lo sviluppo narrativo che sfocia nel dramma puro e nel thriller, mano a mano che i ricordi tornano a galla e le verità vengono svelate.
La noia sta a zero e qui il merito è del copione che restituisce la scorrevolezza dello scritto in stile "flusso di coscienza" di King con grande abilità, la trama e i vari sviluppi lasciano lo spettatore con il fiato sospeso e di fatto ci si ritrova di fronte ad un film si lento ma con un ritmo narrativo serratissimo, senza un attimo di respiro.
E quando nel finale le corde della tensione pura si allentano un po' e la verità è tornata ormai a galla, portandoci al momento dell'accorata difesa di Selena nei confronti della madre e all'abbraccio tra le due di fronte al traghetto, ecco che "Dolores Claiborne" riesce anche, sinceramente, a commuovere, liberando lo spettatore da quell'intensità stritolante "sofferta" per almeno un'ora e tre quarti.

La fotografia cattura benissimo l'alternanza tra passato e presente. Luminosi i flashback, cupe e grige le scene ambientate nel presente. Una scelta cromatica utile semplicemente a distinguere i due "filoni" temporali del film ma anche ad esaltare la cruciale scena dell'eclissi dove la fotografia si fa maestosa e con giochi di luci e colori mirabili crea una sequenza indimenticabile anche (e sottolineo anche) da un punto di vista visivo ed estetico. Ma non è l'unico punto in cui la fotografia fa una gran bella figura ovviamente.

E poi ci sono loro, l'altro grandissimo punto di forza di "Dolores Claiborne". Kathy Bates e Jennifer Jason Leigh. Meravigliose, perfette, maestose. In un film in cui le interpretazioni dei protagonisti erano fondamentali loro due giganteggiano.

Kathy Bates è enorme come lo era stata 5 anni prima in "Misery" sempre al servizio di Stephen King ma in tutt'altro ruolo, affrontato altrettanto bene. Questa è l'altra migliore interpretazione della carriera della Bates, sofferta, misurata, sentitissima.

La Leigh però tiene botta molto bene, anche lei sicuramente qui ci offre una delle più convincenti interpretazioni di una carriera valida e un po' sottovalutata che qui raggiunge senza dubbio uno dei suoi punti più alti. Pure lei non sbaglia niente e dosa le "accelerazioni" alla perfezione, senza strafare.

Convincenti e coinvolgenti la Bates e la Leigh si esibiscono in "duelli" recitativi eccellenti per tutto il film, esprimendo benissimo la carica profondamente drammatica di due personaggi complessi, caratterizzati divinamente com'è solito del miglior King, restituendone alla perfezione la profondità e la complessità psicologica, i dubbi, i rimorsi, le paure. Davvero due grandi prove di recitazione.

Le accompagnano bene comprimari e caratteristi messi al posto giusto (Christopher Plummer su tutti ma non è nemmeno quello che rimane più impresso in fondo). Ricordo anche una giovanissima Ellen Muth nei panni di Selena da bambina, Muth che ho piacevolmente ritrovato di recente nella serie tv "Dead Like Me".

Taylor Hackford un film così bello non lo aveva mai girato e mai più lo farà, la sua regia comunque è ottima come detto.

Film nel complesso davvero splendido quindi, alle soglie del capolavoro.