caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA ZONA D'INTERESSE regia di Jonathan Glazer

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento cupido78     8 / 10  23/02/2024 17:02:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo grande film arriva in un momento storico particolare in cui tanti israeliani hanno completamente rimosso ciò che ha subito il loro popolo, i loro avi, e stanno perpetrando verso milgiaia di anime innocenti l'orrore di chi decenni prima ha avuto totale disprezzo e indifferenza verso di loro.

CI SONO SPOILER!

Il film è agghiacciante e vede come portagonisti una coppia di zotici: marito diventato esperto nella produzione ad Auschwitz (così definivano l'avvelenamento e la cremazione), freddo nella esecuzione degli ordini che derivavano dai piani alti; moglie mascolina, rozza, irascibile, ripulita da aristocratica con servitù, villa, giardino, piscina, nidiata di figli educati secondo i dettami del Reich.
La vita scorre ciclicaa pochi metri dall'orrore che scuote solo la piccola figlia che non riesce a dormire e terrorizza la umile madre di lei, in visita da Cracovia, che finirà per scapparsene all'alba dopo aver realizzato che l'esistenza ricca e agiata della figlia, del marito e dei suoi bambini è solamente un miraggio nelle profondità di un girone infernale.
Il marito viene promosso a capo generale dei campi di concentramento e dovrà trasferirsi mentre la moglie è ostinata a rimanere nel suo tanto agognato angolo di "paradiso" come a non voler rompere un incantesimo che, forse, lei stessa, sa essere labile, soggetto alle dinamiche geopolitiche e prossimo a scomparire come i milioni inceneriti dall'insensatezza di una glaciale catena di produzione.

Mentre il film si apre con una scena emblematica: l'acquisizione della matrona e delle sue serve di indumenti sottratti ai prigionieri, intimo, pellicce, scarpe; il finale regala un solitario momento di conato di vomito del marito Rudolf Höß che dimostra che sotto sotto, come poi si è verificato al processo, l'umanità di tanti ufficiali e sottoposti non era estinta. E questo rende loro doppiamente colpevoli.

Avrei preferito un finale con Höß anzichè la trovata del flash forward assolutamente inutile.