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LA ZONA D'INTERESSE regia di Jonathan Glazer

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76mm     8 / 10  18/03/2024 15:27:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Penso che ormai tutti sappiano che Glazer viene dal videoclip e che pertanto è facile attendersi dalle sue pellicole una preponderanza dell'aspetto visivo e sonoro su quello della scrittura e dei contenuti.
Questo risultava già piuttosto evidente nel suo precedente film con Scarlett Johansson (in Birth non me lo ricordo anche perché l'avevo trovato bruttissimo e l'ho rimosso).
Anche nel caso in questione, se è pur vero che a livello contenutistico si potrebbe facilmente e frettolosamente liquidare l'opera come l'ennesima riflessione sulla vexata quaestio della banalità del male (nemmeno particolarmente originale fra l'altro, basti pensare a quel capolavoro di Moloch di Aleksandr Sokurov, che pochi hanno citato ma che rappresenta senza dubbio l'antesignano, volendo ancora più potente e provocatorio, della pellicola di Glazer), bisogna dare atto che è stato fatto un lavoro sbalorditivo sia sul suono (soprattutto), che sull'immagine (in maniera minore e forse più "di maniera", mi si perdoni il gioco di parole).
Un film da ascoltare (non solo con le orecchie) e lasciar penetrare, poco a poco…fa male, ve l'assicuro.
Non ho trovato invece particolari affinità con il Nastro Bianco, che ho visto più volte citato, se non che Hoss potrebbe facilmente essere uno dei figli del pastore protestante che nella pellicola di Haneke si preparava a diventare colonna portante della futura Germania nazionalsocialista.
Oscar a mio avviso meritatissimi, in particolare quello per il suono ovviamente ma direi anche quello come film internazionale, a scapito purtroppo del nostro Garrone il cui film però, a mio parere, era di gran lunga il più debole della cinquina (con l'esclusione dello spagnolo, che non ho ancora visto).