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DUNE - PARTE DUE regia di Denis Villeneuve

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Manticora     10 / 10  04/03/2024 16:36:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Dio creo Arrakis per temprare il fedele"

"chi possiede la spezia domina l'universo"
In queste due massime, di cui la prima presa dal libro sta il senso di DUNE come opera cinematografica.
Sebbene Denis Villeneuve sia un regista relativamente maturo la sua età (57 anni) non riflette le sue capacità. Credo che infatti il suo valore di outsider sia oramai conclamato oltre che da quello che ha fatto e fa da quello che dice. Senza peli sulla lingua in una lunga intervista ha definito Hollywood un luogo in cui tutto è legato solo al valore del denaro, a non rischiare e fare film convenzionali. Ecco Denis non è certo un regista convenzionale, anzi alza costantemente l'asticella delle sue opere, senza freni. Inoltre anche lui ha la sua personale ossessione, ed è DUNE.
ha ribadito di come per lui Dune fosse una vera e propria ossessione raccontando ancora una volta di quando, da adolescente, insieme al suo amico Nicolas Kadima aveva realizzato gli storyboard di un adattamento del seminale romanzo di Frank Herbert. Il film di Lynch secondo il regista canadese non era riuscito a centrare l'obbiettivo più importante, mettere al centro dell'universo Dune e la sua cultura. I fremen sono l'elemento centrale nella narrazione di Dune parte 2. Un ragazzo orfano e fuggiasco viene accolto dalla tribù del Siech Tabr, e dopo aver vinto in duello un uomo fremen teoricamente molto più esperto e forte di lui Paul riesce a farsi accettare. Ma per farlo, diventa un fremen, parlando,vestendosi e pensando come loro, e così che la sua unicità si mescola ad un altra unicità. Quella di una cultura bellicosa, dura ma orgogliosa che mira a trasformare il pianeta desertico in un PARADISO VERDE. La grande forza di questa seconda parte sta non solo nella messa in scena, visivamente addirittura superiore alla prima parte, ma anche per come tutto è concatenato, pensato e indirizzato a rendere finalmente giustizia al più importante autore di fantascienza del 20 secolo Frank Herbert assieme al padre della fantascienza Isaac Asimov e al suo epigono moderno Philip K, Dick.
Villeneuve grazie ad una sceneggiatura in stato di grazia firmata assieme al fedele collaboratore Jon Spaihts imprime alla seconda parte una decostruzione che in tre atti porta al completo ribaltamento dello status-quo presente nell'universo conosciuto governato dall'imperatore Shadam 4 della casata Corrino.
Lo stesso Paul deve accettare-soggiogare il suo destino, da figlio di un Duca, a Mahdi dei Fremen, come un pilastro per gli stessi(Usul) egli dimostrerà di essere piccolo ma coraggioso e perfettamente adatto a vivere nel deserto di Dune(Muahdib). La trasformazione messianica lo porteà ad essere dis-umano agli occhi degli altri, ma per fare ciò dovrà raggiungere l'equilibrio con la sua essenza, e ciò avviene SOPRATTUTTO grazie alla spezia, il melange, la droga di Arrakis che spalanca la percezione mentale per alcuni, e rivela a Paul gli innumerevoli destini in cui potrebbe scivolare, senza scampo.
Ma il destino non è scritto, e Paul sceglie un destino COMPLETAMENTE DIVERSO che plasmerà la natura stessa dell'universo. La filosofia di Villeneuve riesce a creare un opera unica, in cui tutto si amalgama, anche gli inevitabili tagli legati agli snodi narrativi che sembrano imprescindibili donano una nuova visione, e soprattutto una organicità nuova e unica che trasforma Dune parte seconda nel l'opera di fantascienza più seminale e complessa dai tempi di Blade Runner. Il resto è al servizio della storia, un cast perfetto, scenografie, musiche magniloquenti e sontuose di Hans Zimmer, fotografia, effetti speciali e perfino la durata non pesa minimamente ai fini dello svolgimento della storia. Aspettando Messiah e il compimento finale del destino di Paul Muadhib imperatore dell'universo di casa Atreides Villeneuve ha raggiunto un apice difficilmente eguagliabile e che resterà nella storia del cinema dei 21 secolo.