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ARRIVEDERCI AMORE, CIAO regia di Michele Soavi

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GianniArshavin     7½ / 10  11/07/2017 22:31:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Arrivederci amore, ciao è forse il film più maturo e completo del talentuoso e sottovalutato Michele Soavi, diventato famoso negli anni 80 grazie alla partecipazione come attore a molti film di genere (perlopiù horror) e per aver diretto gli ultimi brillanti titoli dell'orrore del nostro cinema.
Questo noir valse il ritorno al grande schermo Soavi dopo Dellamorte Dellamore (1994), un ritorno davvero pazzesco con quello che molti considerano il miglior film della carriera del cineasta italiano.
Arrivederci amore, ciao (che riprende la famosa hit di Caterina Caselli) è la storia di Giorgio Pellegrini, ex sovversivo e aspirante rivoluzionario che, tornato in Italia, decide di ottenere la riabilitazione pubblica. Per arrivare al suo scopo, l'uomo si macchierà dei più orrendi crimini, calpestando chiunque gli si pari davanti.
E' proprio qui il succo della pellicola: un uomo che cerca di raggiungere la libertà e la redenzione pubblica, nel privato si macchia delle più profonde ipocrisie pur di arrivare a ciò che vuole; il regista ritrae un quadro nero della società, che nel film viene incarnata non solo da Giorgio ma anche dai personaggi restanti, uno più sporco e arrivista dell'altro.
Il ritratto che Soavi fa dei protagonisti della storia e dei mondi che rappresentano è davvero impetuoso, senza sconti per nessuno, nemmeno (forse) per la moglie del protagonista.
Tecnicamente il regista conferma il suo talento, già evidente negli horror degli anni 80 e qui confermato grazie ad una prova matura e di stampo internazionale. Peccato per per una fotografia forse non all'altezza, mentre gli attori e la colonna sonora sono di alto livello.
Dunque, Arrivederci amore, ciao è un film ingiustamente sottostimato e poco noto, che avrebbe meritato molto più successo (come del resto Soavi stesso, attualmente ancora "relegato" a produzioni televisive e poco altro). Potente, graffiante, cattivo e con un finale da urlo, una visione da recuperare e, se possibile, diffondere.