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IL MERCANTE DI PIETRE regia di Renzo Martinelli

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     7 / 10  28/09/2006 14:36:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il mercante di pietre è il nuovo prodotto che un regista italiano (Renzo Martinelli) ha realizzato dopo film come "Piazza delle cinque lune" (che purtroppo non ho visto) e "Vajont" (bel film su una delle catastrofi italiane, ancora oggetto di discussione), come al solito aprendosi alla collaborazione di attori non connazionali ed a modi di fare cinema poco convenzionali rispetto alla tecnica prettamente italiana, ricorrendo ad accelerazioni delle riprese, massiccio uso di una computer grafica di cui non si fa economia quando serve, presenza di scene enfatizzate da forti colpi di suono. Ne esce quindi qualcosa di diverso a prescindere dal tema che affronta la trama, una pellicola molto molto coraggiosa di un regista che non ha avuto paura ad esporre questo film ad una critica che su temi così scottanti e discussi la maggior parte delle volte tende a stroncare e smontare piuttosto che cercare di osservare i lati buoni.
Il messaggio che "Il mercante di pietre" vuole dare è secondo me giusto ma fin troppo parziale ed in qualche modo superficiale. Non entra bene a fondo in una questione che ha troppi pro e contro per essere analizzata così. Martinelli alterna sequenze, dialoghi e scene in cui denuncia sia l'integralismo islamico sia chi per paura di esso arriva a diffidare di tutti, ma la fine farà inequivocabilmente capire che tenda a denunciare più la prima che la seconda. Sembra quasi che alla fine ti dica: "I terroristi sono cattivi, gli occidentali sono delle povere vittime". Sarà anche vero, ma è una soluzione troppo sbrigativa. Sembra quasi una faciloneria atta a far deviare il film nel novero dei "politically correct".

Interessante la frase di Alceo che asserisce: "Non sto dicendo che tutti i mussulmani sono terroristi, ma è un dato di fatto che la maggior parte dei terroristi sono mussulmani". Alceo è colui che ha provato sulla propria pelle gli effetti del terrorismo islamico e cerca di convincere i servizi segreti che per rispettare in toto la legge l'Italia non può correre rischi così grandi. I terroristi sono in mezzo a noi, sono sempre più simili a noi: non importa se hanno nomi italiani e si nascondono dietro maschere apparentemente innocue. Nell'attentato delle Torri Gemelle come in quello di Londra i terroristi erano mussulmani con genitori nati sul luogo. La Jihad (o come si scrive) è un ideale per il quale certi islamici sono in grado di sacrificarsi fino alla morte, ed anche se non ci credono veramente lo usano come pretesto, come forza motrice per i loro attentati. Non è concesso abbassare la guardia.
Tutto ciò è tremendamente vero ed Alceo cerca di farlo capire ma tutti lo prendono per fobico.
Interessante anche il rapporto che si viene a formare fra Leda ed Alceo, la rassegnazione di colui che non è più un uomo, ma mezzo uomo, l'accettazione del fatto che non si possa più essere amati in tali condizioni, e che un mercante di pietre, mestiere intrigante ed inusuale, quasi fiabesco, incontrato per caso nell'orientale e mistica Cappadocia, tanto ricco di fascino quanto capace sebbene l'età ad ammaliare con l'alone di mistero che aleggia su di lui la donna occidentale possa "impossessarsi" della moglie.

Tuttavia, una nota negativa è rappresentata dal fatto che il film doveva (o avrebbe dovuto, almeno secondo i miei gusti) consistere in una storia di terrorismo coronata, incorniciata da una storia d'amore, e non viceversa. Si verrà a capire che è comunque un amore particolare date le circostanze, ma se le scene di sesso ed i bigliettini amorosi e mistici dello "Stone Merchant" fossero stati portati meno sulla scena la storia avrebbe avuto più credibilità.
Un personaggio bellissimo, interpretato senza infamia e senza lode da Harvey Keitel che entra tutto sommato nel personaggio, bravissimo F. Murray Abraham (Shahid), lo stesso per Jordi Mollà (già visto in vece di cattivone di turno in Bad Boys II), il tutto completato dalla bellezza di questa inglese di nome Jane March, mai vista prima.
Una pellicola che susciterà discussioni e critiche, un buono e coraggioso film, realizzato bene, ma non certo la rivelazione-sorpresa dell'anno sul tema "terrorismo islamico".

In sintesi: buon voto per la prova di coraggio, però doveva entrare molto meglio nella questione. E comunque non si può negare che ciò che dice martinelli è la SACROSANTA VERITA'...
ForrestGump  18/10/2006 17:44:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stringato e conciso.
Bravo!
Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  23/11/2006 21:15:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Forrest Gump... però non sono d'accordo sul "conciso", a volte mi rendo conto di essere molto, forse troppo logorroico... ;)
Kowalsky, comunque il mio voto sarebbe stato sei e mezzo... per qualche film i voti li devo ragionare per del tempo sennò c'è rischio di cambiare idea... come è accaduto in questo caso
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  16/10/2006 22:57:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dire che Vajont è un bel film mah... ma ho sentito dire che stavolta Mancinelli ha fatto peggio del solito.
Visto che si parla di arabi terroristi e clichè simili (come se i terroristi non abitassero anche tra di noi) posso stupirmi se forse varrebbe la pena di sdoganare l'ultima Fallaci?