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IL CAIMANO regia di Nanni Moretti

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gerardo     6 / 10  16/04/2006 20:31:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Famiglia Cristiana scriverebbe: “Accettabile, con riserve”.
Ma questo è il mio giudizio sul film.

Il caimano di Moretti è un contenitore di istanze girotondine consustanziate in una rappresentazione socio-politica dell’Italia odierna non priva di velleità e presunzioni. In poche parole, è “solo” il film del leader dei girotondi per il (suo) popolo della sinistra.
Non amo molto Moretti, che ha contribuito notevolmente in questi 30 anni a rovinare il cinema italiano, anche attraverso i suoi epigoni, facendo del film un mezzo di espressione autoreferenziale e sempre meno narrativo, trascendentale. (Fenomeno, questo, riscontrabile in tanta letteratura giovanile – e giovanilistica – italiana). È prassi ormai raccontare se stessi e le proprie opinioni (sarà che la tv e i talk show televisivi ci hanno trasformato un po’ tutti in opinionisti…) sulla politica, sulla società, peggio ancora sul quotidiano, senza mai veramente imbastire una storia compiuta, una trama che trascenda, appunto, la dissertazione diretta degli argomenti in questione, per rappresentarli attraverso personaggi e vicende altre, simboliche, verosimili. In questo modo di fare non si può, poi, non riscontrare un certo autocompiacimento “autoriale”, che vuol essere/dare sempre il giudizio definitivo, l’ultima parola sui fatti.

Dino Risi, a proposito de La stanza del figlio, diceva, con la sua solita tagliente ironia: “Quando guardo un film di Moretti mi vien da dire: Moretti spostati, fammi vedere il film…”. Parole significative, le sue.
Ecco, nemmeno questa volta Moretti si “sposta” e si fa da parte; anzi, si concede il lusso di un finale apocalittico nel quale l’attenzione si concentra tutta su di lui, appannando perfino l’immagine del personaggio reale che sta interpretando e che vorrebbe rendere mefistofelica e inquietante. Moretti, così facendo, mette in secondo piano lo stesso Berlusconi (del quale vorrebbe esaltarne la malefica voracità), sovrapponendosi a quest’ultimo col suo personaggio sentenzioso, quello dell’intellettuale girotondino che, a fronte delle sue battaglie pro magistratura, contro la tracotanza criminale berlusconiana, corona il sogno di girare un suo film sul Cavaliere, vera e propria ossessione esistenziale di Moretti.
La giovane e volitiva Teresa, regista esordiente che tenta di realizzare un film su Berlusconi, è l’alter ego del regista, il quale non poteva sottrarsi dal rivelarsi prepotentemente nel finale, tutto suo: Moretti che interpreta Berlusconi è, in realtà, Moretti che interpreta se stesso contro Berlusconi. (In questa operazione non so dire se c’è il segno della genialità o semplice e banale presunzione). Ma non è il Moretti attore quello di cui parlo, bensì il Moretti personaggio “politico”. Di fatto, sotto questa luce, appare significativa la scelta di Jasmine Trinca, così giovane, dolce e innocente, come alter ego morettiano (scelta discutibile su uno stretto piano estetico-narrativo, essendo quello di Teresa un personaggio mai del tutto credibile, data la sua giovane età, se messa in relazione alla sua determinatezza e conoscenza della storia italiana degli ultimi 30 anni): quasi a volersi dare, Moretti, un’aura di purezza morale e ideologica.
In ogni caso, Moretti si lascia andare, se così si può dire, a suggestioni estetiche e interpretative alla Welles, ma senza averne, ovviamente, la stessa capacità carismatica ed espressiva.
Di suggestioni/citazioni cinematografiche, ne Il caimano, ce ne sono tante, non di meno quell’apparizione “felliniana” della caravella per le strade notturne di Roma e il set bizzarro sulla spiaggia laziale (ma anche, se vogliamo, gli studi cinematografici con le scenografie, ecc.).

Moretti sceglie, come espediente narrativo, una via indiretta, quasi metacinematografica, che maggiormente si confà alle sue esigenze istrioniche (un istrionismo, quello morettiano, che si sostituisce/sovrappone a un altro istrionismo, quello del nostro più o meno ex presidente del consiglio): un film di Nanni Moretti su Berlusconi può apparire scontato (e nei dialoghi vien fuori il timore di cadere nel già detto); allora il regista gioca la carta con la quale, non solo si tira fuori da questo rischio, ma può persino dispiegare al meglio se stesso e il proprio esibizionismo.

Nel cast si trovano molti registi italiani e anche uno polacco, Jerzy Stuhr (al quale Moretti mette in bocca parole che solo un italiano potrebbe dire in quei termini), quasi a voler simboleggiare una coralità del cinema italiano (in crisi produttiva – e qualitativa – anche a causa dei provvedimenti del governo uscente a discapito della cultura) contro Berlusconi. Moretti mette insieme varie generazioni di autori, dal Montaldo del cinema politico e impegnato degli anni ’70, ai Virzì, Placido, De Maria che inseguono oggi autorialità e impegno non sempre efficaci e all’altezza dei loro illustri connazionali predecessori.
Ma Moretti è ben lontano dai film politici a cui, direttamente e non, vorrebbe ammiccare. La figura del produttore (Silvio Orlando) in crisi professionale e privata funziona più come espediente da commedia che come elemento cardine sul quale basare la costruzione della trama “politicizzata” del film. Ricorda, quella figura, i protagonisti – e la loro produzione “artistica” – del film “Il ritorno di Cagliostro”, di Ciprì e Maresco, gli ultimi autori di un cinema veramente politico, oggi, in Italia. Quella però è un’altra storia, con ben altri (e alti) esiti…
In fondo, il personaggio di Orlando serve solo per arrivare al gran finale morettiano, una sorta di guida che ci porterà alla scoperta del divo diabolico Moretti/Berlusconi. E, d’altronde, la vicenda familiare del produttore, unita a quella sentimentale della giovane regista, lesbica con figlio cresciuto con la compagna, sembrerebbero piuttosto dei controspot elettorali progressisti sulla famiglia, roba da far inorridire Casini e l’UDC.
Famiglia Cristiana, più opportunamente, scriverebbe: “Scabrosità”…
andreapau  19/04/2006 09:33:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il caimano è il film per la sinistra così come la destra si illude che sia..una massa informe e non pensante,pronta a mangiarsi e digerirsi qualunque piatto servito dal guru di turno.ma non è così,o meglio,non soltanto.io non amo moretti,ma attribuirgli un compito fondamentale nell'attentato al cinema italiano mi sembra troppo.si attenta a qualcosa se si impedisce che qualcun altro la preservi e mi sembra che moretti non abbia impedito niente a nessuno..lui fa il suo cinema,discutibile,che piace o meno,invadente e presenzialista,ma non ha rubato spazi a nessuno.la sua invasione di campo continua,potrei attribuirla anche ad altri registi,allen per esempio,ammato o odiato senza mezze misure.l'inadeguatezza presunta della trinca mi sembra semplicemente polemica e il produttore polacco parla come tanti stranieri parlano dell'italia,che i piaccia o no.non è vero che gli è stato inculcato un pensiero italiano.
gerardo  19/04/2006 12:50:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, io non ho parlato di attentato al cinema italiano, compiuto da Moretti, né che il nostro abbia commesso atti eversivi tali da impedire ad altri di esprimersi. Ho detto che "ha contribuito notevolmente a rovinarlo", che è una cosa ben diversa. Ha iniziato un modo autoreferenziale di fare cinema (ma mi riferisco anche a tantissima nostra letteratura), nel quale l'autarchia produttiva (e realizzativa) è diventata autarchia concettuale, di pensiero, di opinione: faccio un film per dire quallo che penso sul mondo e il protagonista (direttamente o no) sono io. Il trionfo dell'io... dell'autore che emerge sul personaggio, per bocca del quale egli può sentenziare e giudicare le cose del mondo. Perché è così emblematica quella frase di Dino Risi all'indirizzo di Moretti? Tanto per fare un esempio, Risi, per delineare un periodo storico e sociale italiano molto importante qual è quello del boom, crea un personaggio borioso e rampante, profondamente meschino, che si fa simbolo di un'Italia in disordinata crescita, che ha smania di ricchezza e sviluppo. Ma a Gassman non mette in bocca parole che direbbe egli stesso, autore. Non spiega, fa "semplicemente" agire il suo personaggio. Così avviene con "I mostri"...
Ora, Moretti, per parlare dei mostri della nostra attuale società, "scende in campo" personalmente e più che far agire i suoi personaggi, li fa diventare concettuali (fa dir loro cose sue, non dei personaggi stessi). E questo sta avvenendo spesso nel nostro cinema attuale (è un vizietto che hanno Virzì, Luchetti, Giordana, ma anche Ferrario e Chiesa che fanno film simpatici e ideologicamente condivisibili).
Se nei personaggi ci fosse meno presenza dell'autore e più "indipendenza", spontaneità, naturalezza, sarebbero molto più forti e i film più credibili.

(continua)
gerardo  19/04/2006 13:50:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sulla scelta di Jasmine Trinca non c'è nessuna polemica: ho solo scritto che una figura come la sua (così dolce e giovane) appare piuttosto funzionale al dispiegarsi finale dell'istrionismo di Moretti (in quanto attore, personaggio del film, regista, intellettuale di sinistra e leader dei girotondini che scaglia il suo personalissimo j'accuse a Berlusconi). Moretti crea appositamente un personaggio "innocente": Teresa (JT) è la regista esordiente, determinata in quanto ancora poco consapevole dei meccanismi produttivi del cinema (italiano). Solo una ragazza così potrebbe pensare di fare un film su Berlusconi (le vien detto più volte:”Ma perché non fai un film più personale, più semplice?”). E in questo senso, per “proprietà transitiva”, l’ingenuità/follia/determinazione che, solo una ragazza così giovane e innocente può avere, passa (dovrebbe passare…) di riflesso al Moretti autore che ha deciso di realizzare un film su Berlusconi. Il problema è che se alla ragazza quest’esigenza espressiva la si può attribuire a un naturale moto di ribellione (post)adolescenziale, al Moretti autore, ovviamente, ciò non è possibile, essendo egli un intellettuale navigato, impegnato politicamente e profondo conoscitore dei suddetti meccanismi produttivi e distributivi del cinema. (Ecco perché vedo quella scelta come uno stratagemma).
Inoltre, per un fatto legato – giustamente – ad esigenze di verosimiglianza narrativa, un regista di esperienza, magari già noto al pubblico, avrebbe più credenziali in sede produttiva e di fiducia da parte degli attori che sceglie rispetto a una ragazza al suo primo film. Nel Caimano il nocciolo (apparente) della trama è la difficoltà della regista, e del suo produttore, nella scelta dell’attore. Tutto ciò spiana la strada alla cavalcata delle Walchirie morettiana: il finale è tutto suo e si può dire che “Il caimano” (cioè l’intero film) sia soltanto gli ultimi 10 minuti, quelli con Moretti protagonista assoluto. Quello a cui assistiamo prima è un atto preparatorio, un lungo preambolo al film vero e proprio che è, appunto, “Il caimano”. Non a caso parlavo, nel commento, di metacinema…
Lo stesso protagonista Silvio Orlando, il produttore, è un “falso” protagonista: in seno alla trama egli è un personaggio reso “debole”, cioè perdente, sia dal punto di vista professionale che privato e sentimentale. Tanto il personaggio di Orlando quanto quello di J.Trinca sono volutamente irrisolti, perché a completarli (a salvarli, verrebbe da dire…) interviene il personaggio conclusivo, definitivo di Moretti, l’attore che accetta d’interpretare Berlusconi quando tutti si son tirati indietro. Ma naturalmente è un espediente per poter far esplodere l’invettiva del Moretti autore…


Quanto alle opinioni degli stranieri sull’Italia e gli italiani, penso che ne dicano anche peggio… Ma è difficile che parlino in quel modo così precisamente “politico” come fa il finanziatore polacco.

andreapau  20/04/2006 09:19:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti sei spiegato molto bene,ma continuo a non essere d'accordo con te che attribuisci una azione diretta di moretti al massacro del cinema italiano.ribadisco la mia tesi della sua innocenza,in quanto non ha impedito niente a nessuno.la sua operazione sincerità è quantomeno limpida e inattaccabile.moretti si occupa di tutto,dalla scrittura alla distribuzione del film e mi risulta che ne abbia negato la distribuzione alla medusa.questo significa che non è il realizzatore di film di cassetta che impone il suo prodotto a discapito di altri eventualmente.è invadente,non ci sono dubbi,e probabilmente misantropo e poco curioso del prossimo,che sostituisce sempre con un se stesso.ma ha un pubblico che lo ama e quindi significa che molta gente si riconosce in lui,ne condivide le ansie e le fobie.quindi,dietro moretti,non c'è solo lui,ma probabilmente centinaia di migliaia se non milioni di persone.uno come lui,abituato a fare dell'essere s.t.r.o.n.z.o una bandiera,non ha bisogno di crearsi verginità fittizie per essere credibile.la realtà è che comunque,in italia nessuno ha avuto il coraggio di fare un film su berlusconi,un personaggio incredibile e controverso.il caimano racconta un punto di vista sull'italia di oggi senza essere un film politico.non rinvanga con dettagli da polizia tributaria la vicenda dell'ascesa di berlusconi,non è una cronaca di misfatti e complicità...è una presa d'atto di come sono le cose.gli si rimprovera di non essere all'altezza di rosi o bertolucci,ma a mio avviso,ha tentato una strada diversa,quindi è imparagonabile.non ha creato degli alterego infarciti di personalità appetibile,ci ha messo la sua faccia di m.e.r.d.a
gerardo  20/04/2006 12:31:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, ma non mi attribuire parole che non ho mai detto, come "attentato" (mica sono Emilio Fede!) o "massacro". Ogni parola ha un suo significato e un suo peso e io cerco di usarle in maniera appropriata. Poi non ho mai detto - lo ripeto ancora una volta - che Moretti abbia impedito qualcosa a qualcuno.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  19/04/2006 12:30:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pienamente d'accordo con te, anche se definire Moretti come rovina del cinema italiano mi pare un po' esagerato; ha fatto ottime cose quando ha raccontato storie; ne ha fatte di meno buone quando si è messo in testa di insegnare la morale a tutti, in primis ai "suoi" d'alema e fassino, poi a tutti noi poveri imbecilli pronti a suggere il prezioso nettare che lui aveva deciso di elargirci. Detto ciò, io col caimano sono stato anche più cattivo. Ottima la riflessione su Jasmine Trinca. Io ne propongo un'altra, in relatà non mia ma di Francesco Alò, critico del tempo, che ogni tanto ne azzecca qualcuna.
E' Berlusconi l'alter ego di Moretti: a Nanni il potere piace, ha manie di protagoinismo, ed un pochino ci gode nel fare lo *******...ruolo che peraltro non gli è nuovo, avendolo interpretato, peraltro in modo molto credibile, nel portaborse.
gerardo  19/04/2006 12:53:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, "Il tempo"... lascia il tempo che trova...
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  19/04/2006 13:16:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vero, ma la riflessione mi sembra interessante
andreapau  19/04/2006 12:37:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma cosa c.a.z.z.o volete da un regista?
Pasionaria  19/04/2006 13:57:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusate, ma di cosa si sta parlando? Mi pare che l'egocentrismo sia caratteristica comune e consolidata nel mondo dello spettacolo( e non solo). In Moretti è onestamente dichiarato già dal suo primo film, dal fatto che si è fondato una propria casa di produzione ( la Sacher), costruendo personaggi su se stesso, rappresentanti soprattutto le proprie nevrosi e fobie, le proprie ossessioni, la propria denuncia sociale e politica Questo è Moretti, si sa, è lui stesso ad autopresentarsi, i suoi film seguono un leit motiv ben definito, possono piacere o no, è il suo cinema, punto. Come ha detto prima Andreapau, anche Allen allora risulta intellettualmente invasivo, anche in Allen l'io autorale predomina sul personaggio, ma può piacere molto questo suo modo di esprimersi, alcuni lo considerano geniale, altri al contrario lo detestano.
Detto questo, aggiungo che ho visto tutti i film di Moretti, alcuni di essi non mi sono piaciuti, altri come Bianca li considero magnifici. E strana cosa,, proprio Bianca è secondo me il suo film meno autoreferenziale e più narrativo. Ma anche altre sue opere,a mio avviso meno felici dal punto di vista registico, esprimono un modo di proporsi determinato e coerente, anche antipatico, certo, ma sempre onesto e chiaro soprattutto.
Invia una mail all'autore del commento maremare  20/04/2006 00:10:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"E' Berlusconi l'alter ego di Moretti: a Nanni il potere piace, ha manie di protagoinismo, ed un pochino ci gode nel fare lo *******...ruolo che peraltro non gli è nuovo, avendolo interpretato, peraltro in modo molto credibile, nel portaborse"

l'ho scritto meglio io nella mia recensione :))))

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andreapau  20/04/2006 09:03:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma lo sai che sei palloso con questa storia della tua recensione?dai,piantala...
Invia una mail all'autore del commento maremare  20/04/2006 09:39:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao andrea!

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andreapau  20/04/2006 15:47:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
certo che la ho letta,e mi è pure piaciuta parecchio!alcuni livelli non li avevo nemmeno intravisti.ma mi sono masturbato privatamente senza baciarti pubblicamente il ****.ciao maremare
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  20/04/2006 16:06:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma perchè poi, mi domando, privarsi del piacere di leccargli pubblicamente il ****?
andreapau  21/04/2006 19:25:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
i tuoi piaceri non sono i miei....
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  20/04/2006 11:31:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non avevo letto la tua magnifica recensione, fai bene ad esserne fiero!
Invia una mail all'autore del commento maremare  17/04/2006 15:06:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
come ho scritto nella mia recensione, vedo più Orlando come alter-ego di Moretti che la Trinca. è come se Nanni gettasse la spugna, non se la sentisse di fare un film di denuncia a tutto tondo.
meglio ancora, in tutti i personaggi del film si possono intravedere degli aspetti del moretti autore.
perchè, piaccia o meno, moretti è un autore cinematografico.

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gerardo  17/04/2006 15:53:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Aspetta che vado a leggere la tua recensione...

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andreapau  19/04/2006 12:01:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
con tutto il rispetto,ma perchè ogni volta fai lo spot della tua recensione?
Invia una mail all'autore del commento thohà  17/04/2006 12:18:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ammazza, Gerà...
A quando una tua qualsiasi recensione? E' una goduria leggerti :-))
gerardo  17/04/2006 13:25:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ammore mio, un paio di recensioni sono in archivio... ;-)
(grazie!)
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  18/04/2006 19:48:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
very applaus...
bello il riferimento a ciprì e maresco, caustici ed efficaci come moretti non riesce ad essere.
gerardo  18/04/2006 22:18:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grassie, grassie.
Il film di Ciprì e Maresco mi è subito venuto in mente, già dalle prime scene, quando si delineava il personaggio del produttore con i suoi film trash: un po' quello che succede con i fratelli La Marca e la loro "Trinacria Film" (e quel film, disegnando un'Italia pecoreccia - non a caso c'è, proprio all'inizio, il critico Gregorio Napoli che parla del cinema italiano in un casale diroccato, tra le pecore... - era molto più politico di quello di Moretti). Non vorrei dire una caz.zata, ma credo che anche ne "Il ritorno di Cagliostro" ci fosse un cameo di Tatti Sanguineti.
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  18/04/2006 22:27:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si, c'era anche sanguineti, gran film, non c'è che dire... forse dalla loro C&M, rispetto a questo caimano, hanno ben + affilata l'arma del grottesco e li facilita anche il fatto di appartenere comunque a una nicchia, cosa che moretti, per quel che è e nelle circostanze in cui si trova, non può permettersi.
Pasionaria  16/04/2006 21:28:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
M'inchino alla tua capacità analitico-interpretativa, alla magnifica padronanza della lingua italiana, all'ottimo commento.
Ma non sono del tutto d'accordo con le tue affermazioni, che trovo talvolta pretestuose. Non credo che Moretti abbia contribuito a rovinare il cinema italiano, il suo, è vero, è un modo di esprimersi autoreferenziale, per questo a volte l'ho apprezzato, altre no. E' un modo altamente narcisistico di fare cinema, è il suo modo, presuntuoso se vuoi, ma interessante anche per questo( io poi non vedo gli epigoni che tu citi). Il cinema morettiano ha avuto origine in anni ben diversi da questi, dove come dici tutti si sentono opinionisti. Non credo Moretti abbia voluto esprimere giudizi, ma raccontare una sensazione, una percezione della realtà non solo sua . Lo fa in effetti compiacendosene, ma questa è un'altra caratteristica dell'autore. Nel Caimano il suo egocentrismo è meno incisivo, anche nell'ultima sequenza non mi sembra ci sia una sovrapposizione così forte da appannare l'immagine del personaggio reale che sta interpretando; al contrario trovo gli dia tutta la forza diabolica che gli è propria.
Concordo sul confuso e frammentario metalinguaggio della narrazione.
gerardo  17/04/2006 13:56:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No, Rita, non t'inchinare, ché qualcuno potrebbe pensare male... :))

Quello che volevo dire, in parole più povere, è che il narcisismo di Moretti è così forte da sovrapporsi a qualsiasi istanza ideologica che vorrebbe trasmettere, sì da renderla vana.
La presunzione morettiana è quella di voler descrivere non solo la figura di un uomo potente e diabolico, ma anche un'epoca di crisi morale e culturale per il nostro paese (sintetizzata nelle parole del polacco che vede la situazione italiana con occhi estranei e distaccati). Ma questo film non sarà mai indice di un'epoca, come invece lo furono, per i relativi periodi storici d'appartenenza, i film di Petri, Pietrangeli, Ferreri, Risi e Rosi... O anche l'ultimo Pasolini.
Certo, a Moretti riconosco la capacità di leggere la realtà contemporanea (anche se non condivido molte sue prese di posizione politiche), ma continuo a vedere come il suo narcisismo gli impedisca la trasfigurazione della stessa realtà, necessaria a cristallizzarla e a renderla credibile, definitiva e universale. L'apocalisse finale de Il caimano diventa così semplice suggestione.


PS: quanto alla mia padronanza della lingua italiana, beh... sei molto generosa con me... :-) Proprio ora, rileggendo quello che ho scritto, mi verrebbe da correggere diverse cose pastrocchiate e ripetute.
seraph  21/04/2006 11:19:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
adoro il termine CONSUSTANZIATE... non capita spesso di poterlo usare in una frase...
Invia una mail all'autore del commento thohà  21/04/2006 13:21:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eh, perché: serendipità? Uh, goduria! :-)
stelligia  17/04/2006 13:10:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti...
sono d'accordo sul fatto che moretti , nel finale, interpreti se stesso contro berlusconi, ma non mi sembra che offuschi nessun'altro personaggio, anzi, secondo me un finale apocalittico, come lo hai definito tu, è molto azzeccato per un film politicheggiante come questo!
martina74  18/04/2006 18:57:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Moretti spostati... voglio leggere il commento. ;)

Battute a parte, e pur non condividendo alcuni aspetti della tua trattazione (diciamo che mi allineo a Pasionaria), come sempre trovo che tu esprima le tue idee in modo bellissimo.
Bravo gerà... facce sognà! :P
gerardo  18/04/2006 22:19:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie sMart! Per i sogni, ne riparliamo in pvt... :P
martina74  19/04/2006 12:50:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uh, che bello! ;))
gerardo  19/04/2006 13:52:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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