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IL CAIMANO regia di Nanni Moretti

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elio91     7 / 10  21/08/2013 09:41:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non tra i migliori lavori di Moretti MA... com'è possibile che solo lui abbia avuto il coraggio, in questi anni, di sviscerare con cosi poco "provincialismo" e qualunquismo (a parte qualche scivolata) il berlusconismo, con un'ironia al vetriolo che riesce a colpire per come coglie l'italianità odierna in alcune sue sfumature più inquietanti? Se "Il caimano" cosi come il più riuscito "Habemus Papam" hanno scatenato polemiche dai diretti interessati e i loro organi di difesa ci sarebbe da farsi qualche domandina; ed effettivamente non è solo la questione del Moretti profeta, che prevede addirittura la dimissioni del papa o la condanna di Berlusconi azzeccando i 7 anni: anzi dovremmo spaventarci ancora di più! Perché pur mettendo in scena una realtà a tratti orripilante come nei peggiori noir, o una situazione paradossale come in una commedia (il papa che scappa via?chi ci avrebbe mai creduto?) è l'iperbole ad interessare Moretti, ovvero la crisi sia della chiesa nel caso del suo ultimo lavoro e poi dell'italietta ad immagine e somiglianza di Berlusconi nel "Caimano".
Giusto che un regista di serie B decida tra mille difficoltà di aiutare a girare un film su Silvio Berlusconi, come fosse anche lui materiale da cinema trash: sinceramente questa è la parte che ho trovato più divertente, al vetriolo e riuscita della pellicola. Mi sono piaciute anche molte delle sequenze familiari con il sempre ottimo Silvio Orlando e la brava Margherita Buy, un pò meno il personaggio di Teresa con la sua relazione lesbica con pargoletto, messa un tantino a casaccio (mi pare) per un umorismo e una distanza tra noi e gli altri paesi che ho trovato troppo pretestuosa come scelta.
Altro punto dolente: è una commedia, Berlusconi in realtà è il protagonista indiscusso ma non tanto lui quanto i mille riflessi della sua immagine sulle persone, gli attori, sul suo mito di criminale/imprenditore che si è fatto da solo. E' anche un dramma su una crisi familiare, fortunatamente con pochissimi accenni nevrastenici o di tragicomici pianti (ci sono, non disturbano). Il problema è che si sorride, certo, ma si ride poco se non in alcune scene (Placido, anche la prima con Moretti).
Molto bella invece l'incursione morettiana nel cinema trash, alla Almodovar quando copia stili e tecniche della tv spazzatura o del cinema che fu.
Finale particolarmente riuscito e, cosa ancora più importante, da pelle d'oca: non solo per il solito narcisismo di Moretti che decide di fare metacinema, non è disturbante come al solito in questo caso (anche se come attore... mamma mia, che pessimo), quanto per il monito contro Berlusconi e il berlusconismo che è tutt'altro che campato per aria o il solito attacco politico dei comunisti.
Lo stiamo vedendo oggi quest'individuo cosa sta facendo per salvarsi il cùlo, e anche se quello di Moretti è cinema nel cinema, esagerazione, finzione, un noir fin troppo esagerato e irrealistico... è diventato realtà.
Quindi bisogna dirlo forte e chiaro, pur non essendo regista da capolavori e anche nei lavori meno riusciti Moretti riesce ad essere uno dei più lucidi critici della società odierna e ha lentamente trasformato (ma forse lo è sempre stata) la forma del suo cinema proprio nella realtà che lo circonda e, ahinoi, in lui stesso sempre a prendersi un pò di posto davanti la macchina da presa.
Pregio e difetto di un regista incline all'equilibrio e che sa cos'è il cinema, ma non sa controllare più sé stesso.
Dick  31/01/2015 17:10:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"azzeccando i 7 anni"

Ah, però!