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INSIDE MAN regia di Spike Lee

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kafka62     7½ / 10  27/04/2018 10:54:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Inside man" è, cosa abbastanza inusuale per un regista come Spike Lee, un thriller canonico, sottogenere rapina in banca con ostaggi. Niente a che vedere però con pellicole come "Quel pomeriggio di un giorno da cani": qui tra rapinatori e polizia si instaura sì un gioco simile a quello del gatto col topo, ma a ben guardare non si capisce chi sia il gatto e chi il topo. E' una rapina anomala quella ingegnata dall'abile sceneggiatura di Russell Gerwitz: non viene rubato (apparentemente) nulla, i rapinatori non vengono arrestati (e non per colpa della polizia), ambigui personaggi (come la mediatrice interpretata da Jodie Foster) si affiancano ai detective tradizionali. La suspense abilmente costruita riesce a far dimenticare che mancano vere e proprie scene d'azione, e il colpo di scena finale (che neppure i numerosi flashforward disseminati lungo il film, cioè gli interrogatori degli ostaggi a rapina ormai conclusa, riescono ad anticipare) arriva completamente inaspettato. Se proprio si vuole fare un paragone cinematografico è a film come "I soliti sospetti" o i polizieschi di Mamet cui bisogna pensare, per l'alone di ambiguità che lo circonda (crimini risalenti al tempo del nazismo, insabbiamenti politici) e lo humour beffardo (il diamante "recapitato" come regalo di nozze al negoziatore, lo scambio di ruoli tra rapinatore-buono e vittima-cattiva) che ne caratterizza la conclusione. Certo non bisogna cercare in "Inside man" una riflessione profonda sul bene e sul male, sulla verità e sulla mistificazione: il film è soprattutto uno splendido meccanismo ad orologeria, che Spike Lee dirige con consumata perizia, limitando il suo apporto personale a pochi gustosi tocchi (la sfuriata del sikh maltrattato dalla polizia, la ricerca dell'interprete albanese, la domanda trabocchetto fatta dal capo della banda ai poliziotti).