caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA SCUOLA regia di Daniele Luchetti

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     8 / 10  15/03/2009 10:23:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“La Scuola” è una commedia divertente, ben fatta, apparentemente senza tante pretese, se non quella di fare (sor)ridere su uno dei tanti problemi della nostra sgangherata Italia. In realtà dietro il sarcasmo, la satira e l’agrodolce descrizione di rapporti interpersonali e di sentimenti nascosti, c’è la triste constatazione dell’incuria in cui viene tenuta un’istituzione che dovrebbe essere invece il fondamento della crescita personale e sociale di ogni persona giovane. Si ride quindi ma è anche l’occasione di riflettere su di una situazione quasi senza speranza, che ha il suo riflesso sul morale (bassissimo) di chi lavora nella scuola.
I protagonisti del film sono infatti gli insegnanti. La vicenda è vista dal loro punto di vista e essendo un film satirico, ogni personaggio rappresenta un certo modo di comportarsi, reso un po’ esagerato e grottesco, ma comunque fedele a quelli che sono i tipi che lavorano in quell’ambiente. Dietro questi personaggi ci sono tra l’altro precise vedute ideologiche sul senso dell’educazione e sulla natura umana giovanile.
La maggior parte del corpo degli insegnanti considera il loro ruolo come un lavoro qualsiasi, un semplice mezzo per sopravvivere, che in più viene vissuto con stress, fastidio e quasi indifferenza. Alcuni hanno addirittura un certo malcelato disprezzo per le persone giovani con cui hanno a che fare (“dovrebbero andare tutti a zappare”), un po’ per coprire anche il loro fallimento professionale.
Altri invece approfittano del loro ruolo di “detentori di potere” per scaricare le loro frustrazioni personali sugli alunni, usando severità e arbitrio, giusto per sentirsi “importanti”.
Gli unici rimasti che sentono eticamente il ruolo che svolgono sono i protagonisti, cioè il professor Vivaldi (interpretato da un magnifico Silvio Orlando) e la professoressa Majello (un’incantevole e dolce Anna Galiena). La satira però si abbatte anche su di loro e vengono dipinti quindi come persone frustrate, deluse, intimamente sconfitte. Non resta loro che salvare il salvabile, se non altro se non si riesce a trasmettere nozioni, conoscenze, esperienze, almeno si cerca di trasmettere ai giovani sentimento, rispetto, umanità.
Il mondo degli alunni è reso con pochi tratti un po’ grotteschi, sufficienti però a ritrarre un quadro desolante. La scuola non ha alcun ruolo nelle loro vite, se non come luogo di ritrovo. I modelli vengono dalla televisione, dai giornaletti, dalla musica. E’ lì che sta la vera scuola oggi.
La cosa più bella del film è comunque il personaggio del professor Vivaldi. Assomiglia molto all’Idiota di Dostojevskij. E’ un’anima candida, quasi ingenua. Dà tutto se stesso per gli altri, niente per sé (non ha quasi vita privata al di fuori della scuola), è disposto ad accettare tutte le imperfezioni del mondo, a dare valore a qualsiasi persona. Per lui è l’animo quello che conta, non la capacità intellettiva. Sa che combatte con i mulini a vento, che è un perdente, però non vuole demordere, ce la mette tutta sperando che quello che semina (tolleranza, rispetto) possa un giorno dare frutti. Come il Principe Myskin è così umile e modesto che non si accorge del proprio valore e butta via così la grande occasione che ha per essere anche lui felice, invece di pensare sempre e solo far felici gli altri.
Un pensiero se è debole non può far altro che soccombere o non essere preso in considerazione. E’ così che i tanti misconosciuti, imperfetti ma tanto preziosi Vivaldi continuano in maniera sotterranea a seminare tolleranza, rispetto reciproco, mentre le istituzioni vanno in direzione opposta, ripiegando sull’imposizione di un inutile e dannoso ordine, che serve solo a coprire la mancanza di sforzo e volontà per poter finalmente rinnovare radicalmente la scuola.
Intanto vale la pena godersi questo divertente contributo a chi coraggiosamente va avanti nonostante si senta perdente. Il sorriso, la presa in giro alla fine si colorano di affetto e gratitudine, almeno io ho provato questo alla fine del film. Grazie Vivaldi, grazie insegnanti che ancora combattete in prima linea per difendere i valori più preziosi della convivenza civile.