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ANNA KARENINA (1947) regia di Julien Duvivier

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     7 / 10  16/02/2017 20:30:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Castigato quanto la versione di Brown di 13 anni prima, operazione commerciale medesima del capolavoro di Tolstoj, trasposto per il grande pubblico e non per fini autoriali, però l'ultima parte è una via crucis dannatamente tensiva ed angosciante, rendendo insopportabile allo spettatore tutto ciò che capita ad Anna, un escalation di sequenze che danno naturale conseguenza alla tragedia e che nobilitano l'opera intera.
La Garbo è una Karenina materna, autodistruttiva ed irresistibilmente bella forse anche più della Leigh ma non è altrettanto fatalista, la Karenina di Vivien è condotta all'inferno dantesco passando per tutti i gironi, paga i capricci, l'ultimo quello di vedere il figlio, che gli chiuderà la porta del marito al divorzio.
La Leigh una delle rarissime a quei tempi attrici a non sottomettersi ad Hollywood, mai fu al guinzaglio dell'industria, si sceglieva con cura i soggetti, non è un caso che questo tolstojano si assomigli tantissimo con 'Il Ponte di Waterloo', queste eroine malinconiche erano il suo pane quotidiano, non sprecava il proprio talento a caso come la maggior parte delle colleghe, e purtroppo per gli spettatori è un dazio da pagare perchè di lei ci restano pochissimi film, tuttavia mai si può dire fuori parte o disimpegnata, i personaggi stanislavskamente li assimilava.
Detto questo, l'opera di Duvivier si staglia sopra all'Anna Karenina di Clarence Brown, sotto però all'ultima di Wright, ovviamente non per l'interpretazione della Karenina, la Knightley un paio di categorie sotto sia alla Garbo che alla Leigh.