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IL GRANDE SILENZIO regia di Philip Gröning

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suzuki71     4½ / 10  01/05/2006 00:32:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo film-documentario cerca di trasmettere la vita di coloro che abbracciono una delle clausure più austere del pianeta, dimentichi del mondo, per abbracciare una fede iper-contemplativa. Passato quasi inosservato all'ultimo Venezia, con un spaiente battage mediatico-pubblicitario è riuscito nell'insperata impresa di attrarre molte più persone di quanto si potesse onestamente pensare a vedere tre ore di sequenze senza dialoghi, senza musiche, senza storia. Aggiungo, senza poesia.
Una frase molto bella del film è: "Il silenzio è svuotarsiu di sè per permettere a Dio di far affiorire la sua parola". Eppure, le vite di questi frati sono rese in modo molto crudo, senza attrattiva, i frati stessi per niente serafici o trasfigurati come si potrebbe (far) pensare.... giovani che pregano duro e se ne vede la fatica e lo smarrimento, frati che nutrono gatti in una scena lunghissima di dieci minuti, frati anziani barbieri sui quali risulta molto arduo decifrare una presenza divina... Scene eccessivamente lunghe e troppo spesso superfluoe a inquadrare oggetti che non trasmettono emozioni, soprattutto se la telecamera resta fissa trenta secondi. Molto spesso accostamenti banali (i fiori sbocciati allo sciogliersi della neve) o iper-sfrutatti (molto bella l'immagine della pioggia che cade, ma se dura due minuti allora diventa noiosa e banale). L'uomo appare svuotato, ma non traspira per nulla il senso del sacro, che diventa soltanto rito e obbedienza (campane, incensi, lavoro). Infine:messaggio opinabile ("se l'uomo perde il senso del sacro allora come può continuare a vivere?", beh, che dire, viva la teocrazia.. di questi tempi può risultare un messaggio pericoloso...)
In definitiva: ritengo molto facile entusiasmarsi, perchè di fatto è un film troppo diverso dagli altri. Ma come non vederne i numerosi limiti?
Molto lungo. Scene lunghe che diventano banali. Regia mediocre. Quotidianità banalmente resa. Poteva essere fatto molto molto meglio. Se non altro per come è stato pubblicizzato.
lollolandi  15/05/2006 16:18:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono in generale d'accordo con la tua bella recensione, solo che a tratti è ripetitiva anch'essa e riscoprire il sacro non è teocrazia!
suzuki71  23/05/2006 18:00:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quella frase detta nel film non da' scampo a una vita vissuta senza credere, precludendone la felicità... certo non è strettamente teocrazia, e in effetti la mia è stata probabilmente una espressione un po' fuori luogo, ma naturalmente non condivido questa impostazione, soprattutto dopo aver frequentato molto a fondo gli ambienti cattolici ed esserne (finalmente) uscito...:-) saluti e grazie dell'attenzione