kowalsky 8 / 10 06/05/2007 01:15:25 » Rispondi In un sabato sera, poco invogliato ad uscire, tra un'intervista a Kinsky e un'altra a Captain Beefheart, accendo la tv e incappo in questo film. Mi assorbe completamente: ascolto la requisitoria di Al Pacino, letteralmente immenso (se avevo dubbi sul perchè sia considerato il pià grande attore americano in vita, mi basta questo schiaffo amorale per capirlo e condividere in pieno...) e rimango stregato. Storie che si intrecciano nell'ombra del Reaganismo di Roosevelt (il passato toh) e dell'Aids, un vero e proprio voltafaccia - amaro e disilluso - contro l'American Dream e in contraddizione con gli edonismi dalla parte dei "perdenti", quasi a incentivare il fallimento della ragione sulla vittoria degli interessi. bellissimo. Unico neo, a tratti l'ambizione di Nichols spinge il tasto su un'eccessiva enfasi. Memorabile il coming out di un ragazzo alla propria madre da una cabina telefonata del central park (luogo di battuage notturno) e strepitosa la breve interpretazione della Streep. Notevole l'uso del montaggio, che racconta passato e presente come un flashback onirico allucinato e psichedelico. Una specie di Inno alla licenza di vivere, soffrire, amarsi. Finale sconvolgente, e a dire il vero piuttosto poetico
kowalsky 06/05/2007 01:16:54 » Rispondi Ovviamente temo di non averlo visto in versione integrale, ahimè