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THE LOCALS regia di Greg Page

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oh dae-soo     7 / 10  19/09/2011 14:24:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Potrebbe essere una delle più grosse cantonate che abbia mai preso in questo piccolo blog.
Un film che più andava avanti più mi sembrava debole, banale, assurdo, a tratti disastroso, piano piano è riuscito poi a conquistarmi tanto da farmi emozionare.
Perchè The Locals avrà sì tanti difetti, ma ha un pregio incredibile: un cuore grande come una casa.
Siamo in Nuova Zelanda. Due amici partono per un weekend surfistico. Invece della classica spiaggia affollata cercano e trovano un posto molto fuori mano. Un posto molto strano con degli "abitanti" (The Locals) affatto ospitali...
Un viaggio in macchina interminabile e inutile mi aveva già fatto storcere il naso. All' arrivo poi delle due ragazze vestite in quel modo così improbabile sono stato a un millimetro dal premere eject sul telecomando. Poi le ragazze affermano di essere lì per un party. Un party? In un luogo così assurdo? In quell'ora di notte? L' eject è premuto ma troppo leggermente, il film non esce, in qualche modo vuole resistere. Vado ancora avanti e le scene sempre più assurde si ripetono: perchè le ragazze corrono a quella velocità in macchina su strade come quelle? che percentuale c'era di prendere un omicidio "in diretta"? perchè gli abitanti danno la caccia ai due ragazzi in maniera così indolente e svogliata? perchè per quanto si corre avanti e indietro (compreso in auto) alla fine stiamo sempre sugli stessi luoghi?
Poi succede qualcosa di strano. E' come se quella ragazza bruttina con la quale stai parlando via via ti sembri sempre un pochino più intelligente e magari arrivi anche a conquistarti. O farti addirittura innamorare.
The Locals inizia a darci parecchie risposte, magari banali, magari confuse ma assolutamente verosimili.
Tutto d'un tratto ci parla della morte e di quello che poi accade in maniera inaspettatamente profonda, intima, quasi matura. La ripetitività, una delle tante facce che può avere l'Inferno - perdipiù ripetitività consapevole- ci sembra d'improvviso una cosa terribile e bene fanno gli abitanti di quella terra a volersene privare. I personaggi, specie le due ragazze, assumono un'aura tragica che fa davvero tenerezza.
Ma è l'Amicizia - e davvero la A maiuscola non fu mai usata meglio- ad essere la vera protagonista del film. Una volta che i due ragazzi scoprono la tremenda verità il film ha un'impennata. Raramente in questi ultimi anni avevo visto raccontare un'amicizia così intensa, genuina, viscerale. Il "voglio andare a casa", lo sguardo di quel ragazzo prima frivolo e ora d'improvviso conscio di quello che è diventato, la barzelletta detta in macchina in quella situazione così assurda ed emotivamente straordinaria, mi hanno fatto letteralmente commuovere perchè tutto è mostrato con una sobrietà, una semplicità, un rispetto davvero inusuali, un basso profilo encomiabile.
E mi hanno fatto capire che i film si possono fare in maniera anche sbagliata ma quando riescono ad avere una propria anima, quando a prescindere da sceneggiatura, attori e regia, ci mostrano il loro cuore in maniera così evidente e allo stesso tempo così schiva, per me valgono più di qualsiasi capolavoro.