Pasionaria 7½ / 10 22/04/2006 23:00:41 » Rispondi L'ultimo film di Bellocchio è onirico e come nei suoi precedenti, il senso traslato del linguaggio visivo è fondamentale. Pe r questo non è sempre facile interpretare la libertà espressiva di Bellocchio, i suoi finali aperti, le metafore e le analogie delle immagini. Il regista ci offre una sua personalissima visione di una società in declino ( non manca mai la critica all'istituzione religiosa) lo fa con rabbia frenata che sottende la frustrazione latente dell'artista, tutto questo con una narrazione esteticamente bella. Tuttavia I richiami letterari, la denuncia di una cultura dove "comandano i morti", lo stile visionario che accompagna l'intero film, a tratti confondono; ancora di più perchè ci parla autobiograficamente di cinema, con un senso di rivalsa difficilmente decifrabile, lasciato sospeso.
Castellitto è bravo e convincente, sa trasmettere il forte senso di smarrimento del protagonista; ed è bello ritrovare Gianni Cavina ( dove era finito?) in una parte piccola ma intensamente interpretata.