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LEY LINES regia di Takashi Miike

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quadruplo     7 / 10  25/04/2007 15:26:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nell'ultimo capitolo della trilogia sulla Japan Black Society (dopo Shinjuku Triad Society e Rainy dog) Miike ci propone un film ben realizzato ma che offre poco rispetto ai suoi precedenti lavori.
Ancora una volta la rootlessness dei protagonisti (di origine cinese ma viventi in Giappone), che si manifesta nella loro posizione di emarginati in una società a cui non sentono di appartenere e dalla quale vengono loro stessi esclusi, è il leitmotiv del film.
La fuga verso la grande città rappresenta una possibilità di cambiare i loro futuri: ovviamente, le cose si complicano e i tre amici rimangono invischiati negli affari della malavità locale.
Ley lines risulta una pellicola piacevole, con una storia interessante che però sà di deja vù: merita se non altro per un ottima scelta dei colori nell'enfatizzare situazioni e paesaggi. Troviamo infatti delle tinte rosse per rappresentare i ricordi e i luoghi d'infanzia, il grigio per la città di giorno e il blu e il bordò per la sua versione notturna, il verde per la campagna.
Raccomandato solo ai fans di Miike.