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LEY LINES regia di Takashi Miike

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  30/08/2010 16:44:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un Miike appena sufficiente chiude la trilogia della Black Society.Poco ispirato in questa occasione il prolifico filmaker giapponese appare prigioniero di un corso degli eventi che avanza con difficoltà coinvolgendo raramente. La forza di "Ley Lines" è tutta racchiusa nel comparto tecnico, eccellente come consuetudine, con regia magistrale ed un utilizzo dei colori sempre splendidamente ponderato. Purtroppo non vi è forza nei personaggi,giovani disadattati di origine cinese stufi di essere trattati come reietti da una società evidentemente alienante, quindi decisi a spiccare il volo verso l'assolato Brasile. La ricerca del denaro significherà legare il loro destino con quello di un pericoloso yakuza.
L'opera si dipana con lentezza favorendo riflessioni che portano a poco, il percorso dei ragazzi sembra definito con inusuale terrore di osare ai cui giovano relativamente i saltuari e vigorosi inserti tipicamente Miikiani.
La pellicola soffre di una stanchezza narrativa che nei film di Miike è cosa più unica che rara, anche le appendici grottesche e le esplosioni di violenza sono ridotte ai minimi termini. Il regista si rifà ad un cinema meno grintoso proponendo tempi dilatati e riflessivi, forse vorrebbe concedere più spazio ad una poetica sognatrice tipica delle produzioni nipponiche, ma a differenza di altri suoi splendidi lavori qui non punge con l'abituale genialità venendo assorbito da situazioni troppo di prassi.
pat3  16/09/2010 21:29:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  16/09/2010 21:47:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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