Boromir 10 / 10 16/01/2024 23:37:35 » Rispondi «Non hai mai visto un giapponese finché non hai visto harakiri.»
In un campo di prigionia giapponese durante la seconda guerra mondiale, il rispetto reciproco e la latente, viscerale attrazione omoerotica tra nemici stanno alla base di questo caposaldo del dramma bellico, che il maestro Nagisa Ōshima conduce con lucidità e robusto rigore di immagini simmetriche. Ne esce un ritratto di gran perizia psicologica dell'insensatezza di ogni conflitto-incontro tra culture, dove la bellezza e l'innato carisma delle star musicali Bowie e Sakamoto (quest'ultimo anche compositore della memorabile soundtrack) esprimono reale e sanguigna tensione, corroborata dagli splendidi duetti filosofici di Tom Conti e Takeshi Kitano. Perché malgrado i crimini di guerra, le differenze culturali e cieche rigidità rituali, l'amicizia è sempre possibile.