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PIAZZA DELLE CINQUE LUNE regia di Renzo Martinelli

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JOKER1926     7 / 10  11/10/2014 16:56:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Renzo Martinelli autore italiano negli anni duemila si prende l'incarico di andare a rispolverare un caso oscuro, il caso Aldo Moro. Nella storia della repubblica italiana il sequestro di circa due mesi del leader della DC fece scalpore e la dice lunga sull'organizzazione politica e militare italiana, piena di cose non limpide e di scarso potere.

"Piazza delle cinque lune" ha tutto per fare bene; parte da un canovaccio terribilmente interessante e attraverso la struttura del giallo cerca di attrarre, lo fa veramente bene, senza grosse sbavature. Presenti nell'apparato di Renzo Martinelli alcuni passaggi enfatizzati e alcune cose forzate ma sono provvidenziali alla riuscita del prodotto; cioè oltre la narrazione del caso del rapimento un film pretende per se sempre un qualcosa di spettacolare e romanzato, Martinelli nei limiti necessari pensa anche a questo.
Gli attori sono tutti nomi normali ma recitano in modo ottimale, agevolati poi da una sceneggiatura e da una storia che fanno quasi tutto da sole.
Convince con "Piazza delle cinque lune" gran parte del lavoro, il finale dona un colpo di scena, utile e simbolico.

Il caso Aldo Moro, l'interpretazione nel vuoto

A distanza di decenni non esiste ancora nulla di certo circa il rapimento e la carcerazione dei fatici 55 giorni. Le Brigate rosse furono la firma di un sequestro emblematico, ma la storia italiana ci ha da sempre abituati a colpi di scena, insomma non solo Aldo Moro, anche Pasolini è stata una vittima del sistema.
Le BR furono comandate da un qualcosa di più grande, di più intelligente. Dietro il rapimento e la morte dell'esponente politico della Democrazia che stava per cambiare le regole del gioco, il PC stava entrando nel sistema che conta, ci fu la mano di chi in Italia aveva i propri interessi. Gli Stati Uniti dalle quinte agirono in modo cinico e ahimè definitivo. Come del resto dice il film di Martinelli, non convince l'ascesa al potere (nell'organizzazione clandestina delle BR) di Mario Moretti. Renato Curcio fu soggiogato, assieme a qualche altro senatore, insomma Moretti salì in cattedra attraverso un gioco di spionaggio e infiltrazioni voluto da organizzazioni terminali, quelle americane. La storia delle BR vide l'acme della sua violenza (e della sua organizzazione) nel rapimento di Moro, poi niente.
I marxisti rossi prima (di nascosto) avevano agito con omicidi vili di cittadini semplici o di ingenui carabinieri, è palese che nel sequestro del 16 marzo 1978 i brigatisti furono manipolati da chi veramente comanda. A seguire poi un mistero lungo e beffardo; la polizia sapeva ma la stessa viveva nei sottoboschi della corruzione, i politici sapevano (Andreotti, Cossiga) ma nessuno fece nulla, la morte di Moro sembrerebbe, ai nostri occhi, quanto mai premeditata.
I delinquenti di Roma, quelli della Magliana, sapevano tutto. La Camorra sapeva tutto, lo stato tacque godendo…

La morale è amara, ma è sempre vera, in Italia hanno comandato gli U.S.A, il concetto di automatismo nella patria italica svanì conclusivamente dopo la seconda guerra mondiale.