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MASTERS OF HORROR: SULLE TRACCE DEL TERRORE regia di Takashi Miike

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     9 / 10  24/07/2007 13:11:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eccellente,sicuramente il miglior episodio dei Masters of horror tra quelli che ho visto,a conferma delle grandiosi capacita’ artistiche di Takashi Miike per l’occasione ben poco criptico nel messaggio di fondo, al fine di adeguarsi al meglio (probabilmente) ai gusti degli spettatori occidentali.
Miike non si risparmia e ci da’ dentro con la cattiveria,tant'è vero che “Imprint” ha avuto problemi con la solita censura americana…effettivamente alcune sequenze,su tutte quella della tortura,impressionano e non lasciano scampo allo spettatore richiamando alla memoria "Audition", altro splendido lavoro di Miike,nonche’ alcune pratiche sessuali tipiche del bondage e del sadomaso.
L’incubo partorito dalla geniale mente del regista giapponese è di quelli che angosciano sul serio,superficialmente potrebbe apparire come un giallo arricchito da un abbondante dose di violenza e cattiveria,il tutto confezionato in maniera elegante come consuetudine, con una fotografia magnifica,in cui i colori si mescolano alla perfezione quasi ci trovassimo di fronte ad un dipinto piu’ che ad un film.
Ma la violenza ,attitudine predominante della societa’ moderna secondo il regista, è solamente il mezzo utilizzato per rappresentare il malessere dei due personaggi principali,delusi e sconfitti dalla vita,fortemente segnati dagli eventi e sull’orlo di un baratro che non prevede passi indietro.
La violenza è lo sfogo naturale all’assenza d’amore e di comprensione,all’emarginazione,all’umiliazione che i due individui,seppur in maniera diversa, provano o hanno provato sulla loro pelle,cio’ che ne esce è il ritratto oscuro ma al tempo stesso poetico di due anime senza pace, perfettamente delineate nella loro ricerca esistenziale,simboli della crudelta’ della vita,vittime e carnefici al tempo stesso,specchio di una societa’ contemporanea sempre piu’ avvezza all’utilizzo della forza e della prevaricazione nei confronti del piu’ debole.
Incredibilmente affascinante è il personaggio della prostituta sfigurata, ambiguamente dolce e interiormente votata in maniera inesorabile al male, partorito da quella che Stephen King chiamerebbe la meta’ oscura.
“Imprint” si perde un pochino nel finale,a causa della notevole ricchezza d’argomenti che avrebbero forse meritato maggior approfondimento,rimane comunque un gran pezzo di cinema e soprattutto un gran horror che oltre a rispettare quelli che dovrebbero essere i consueti canoni del genere,risulta ambasciatore di un messaggio degno di analisi e riflessione.
teddy  09/12/2007 14:15:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao tyler sono curioso di vedere questo imprint,ma è disponibile in italiano?
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  10/12/2007 09:25:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si,lo trovi tranquillamente da Blockbuster a noleggio.
Oppure in vendita...so che ultimamente hanno messo sul mercato i cofanetti della serie Masters of horror,pero' se ti interessa solo questo forse è meglio il noleggio.
Ciao Teddy!