caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

ANNO 2000, LA CORSA DELLA MORTE regia di Paul Bartel

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Spotify     7 / 10  26/01/2016 00:12:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Clamorosa thrashata by Roger Corman (e si vede) anni 70. Adesso, possiamo dire che il film è fondamentalmente una gran scemenza, possiamo discutere che ha una trama che in stupidità è più unica che rara e tante altre cose, ma signori miei, è proprio questo il bello di questo pazzo road movie. Tutto è ampiamente portato sopra le righe, e Corman non ci ha pensato un secondo ha mettere i soldi per la produzione. La pellicola si potrebbe catalogare come appartenente al filone distopico che andava molto in voga negli anni 70-80 e per certi versi ricorda il ben più serio "Rollerball" con James Caan uscito nello stesso anno. Il regista, tale Paul Bartel non ci risparmia assolutamente niente, proponendoci le situazioni più inverosimili possibili. Innanzi tutto le macchine sono tra le più tamarre che abbia mai visto in un prodotto cinematografico, non so quale sia la più assurda, ma comunque questa è una cosa voluta per aumentare il tasso di ironia e contrapporlo a quello di violenza. Ecco, la violenza è un altro fattore determinante nella pellicola, ci sono uccisioni davvero cruente, quasi splatter, assistiamo davvero a delle morti alquanto incredibili ma allo stesso tempo rese verosimili dall'attenta regia e dagli effetti speciali molto validi nonostante il budget. Altra cosa riuscita al director è la direzione degli attori, li cala perfettamente nei panni dei 5 (improbabili) piloti. Ottimo il ritmo, ovviamente influisce la brevissima durata, ma nonostante ciò abbiamo un'ottima alternanza tra le scene delle corse, rese abbastanza bene e condite con uno sferzante humor nero e scene più tranquille che vengono però, quasi sempre riempite con dei nudi femminili molto interessanti XD. La narrazione è spedita, forse troppo, tuttavia in essa Bartel ci riserva sempre delle sorprese deliziosamente thrash. L'atmosfera è interessante, si avverte una certa aria distopica e crudele, volta a sottolineare la voglia continua della gente ad assistere a spettacoli gratuiti di violenza. Infatti il regista fa ovviamente la sua critica nei confronti del sistema, che appunto, esige spettacoli sempre più truculenti e senza limiti, e inoltre ho notato anche qualcosa da ridire nei confronti dei mass media, in particolare i giornalisti, sempre alla ricerca dello scoop. Il finale è molto divertente, caratterizzato da una vena ampiamente politica. La scenografia è parte essenziale del tutto, ben fatta, bei paesaggi e valorizzata bene da Bartel. Non male neanche le musiche, accompagnano. Il resto è tutto parecchio mediocre, dalla fotografia che praticamente non esiste ad una sceneggiatura che per quanto simpatica, presenta una stesura dei personaggi pietosa e una generale approssimazione dell'intera storia. Poi si, ha anche alcuni lati positivi, come un discreto impianto narrativo, alcuni colpi di scena interessanti e dialoghi originali che spesso strappano il sorriso. Ma se da qui devo dire che è fatta bene, assolutamente no. Il cast vede due soggetti in particolare tra i tanti presenti, e cioè David Carradine, attore simbolo dei b-movies americani e un giovane Sylvester Stallone. Nessuno compie una gran prova, tutti si limitano a svolgere il compitino e niente di più. Almeno sono stati ben diretti dal regista. Il montaggio è orrendo, stacchi improvvisi da una scena all'altra si susseguono paurosamente e altro ancora.

Conclusione: una piacevolissima tamarrata come poche se ne vedono, fa divertire e ha anche dei messaggi molto forti che devono far riflettere. Lo consiglio pienamente agli amanti del thrash e non. Un 7 (stiracchiato) se lo merita tutto.
Invia una mail all'autore del commento Jason XI  03/12/2021 13:40:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma non è di Corman... posa il fiasco