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VERONIKA VOSS regia di Rainer Werner Fassbinder

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amterme63     8 / 10  09/11/2012 21:58:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Altra perla di Fassbinder. Si rimane soprattutto impressionati dalla capacità di rappresentare su pellicola un intenso e doloroso ritratto di esseri umani disperati, doloranti, che cercano di trovare un appiglio, una ragione per vivere e che invece trovano unico rifugio e sollievo nella morte.
Dopo "Un anno con tredici lune", anche "Veronica Voss" ci restituisce un quadro pessimista sulla possibilità per gente interiormente svantaggiata (persone sensibili e fragili) di amare ed essere amati. Le convenienze, i doveri sociali, il materialismo, la cattiveria, l'indifferenza, il cinismo, la prevaricazione dei più forti sui più deboli non lasciano scampo. Fassbinder non concede speranze, delude appositamente lo spettatore. Se durante il film ci fa provare comprensione per il personaggio di Veronica Voss (ce lo mostra in tutti i suoi aspetti, sia quello spavaldo pubblico che quello umiliante privato), soffoca alla fine il bisogno istintivo di pensare a una fine lieta, a un accomodamento, al premio per i "buoni" e alla punizione per i "cattivi".
Fassbinder ha la crudeltà di utilizzare i potenti mezzi della rappresentazione melodrammatica mediati da Sirk, facendoci provare compassione e partecipazione per i personaggi che lottano disperatamente, per riservarci la mazzata finale dell'amara sconfitta, dello svelamento di come la realtà non segua i nostri desideri e le nostre illusioni, anzi faccia esattamente il contrario.
Fassbinder infatti è uno dei massimi esponenti della corrente pessimista che ha attraversato il cinema (e in generale tutta la cultura occidentale) dagli anni '70 in poi. Del resto conosceva bene la situazione di debolezza e fragilità interiore, di disperante incapacità di raggiungere la felicità duratura (la si vive solo per brevi intensi sprazzi), l'aprirsi improvviso di profondi abissi immensi e amari di dolore. Lui stesso ha ceduto alla facile consolazione artificiale della droga, pagandone care le conseguenze.
Nessuno meglio di Fassbinder poteva rappresentare la disfatta interiore di una vecchia e dimenticata diva del cinema.
"Veronica Voss" è anche l'occasione per Fassbinder di mostrare ancora una volta la sua grande capacità tecnica, omaggiando lo stile filmico del passato. Prima di tutto utilizza il bianco e nero e lo fa in maniera sublime. Mai dei bianchi così intensi e abbacinanti sono stati usati in maniera così estraniante e inquietante. Inserisce poi dissolvenze a iris o altri richiami agli usi del passato. Rimane però intatto l'uso estraniante delle tecniche di ripresa (spesso a distanza, oppure dal basso o da molto in alto, pochi i primissimi piani), la grande suggestione delle scenografie, le splendide musiche, l'intensa e curata recitazione degli attori. Insomma, arte, arte, al massimo stato. Fassbinder è stato veramente grande.