ULTRAVIOLENCE78 9½ / 10 20/03/2008 10:11:47 » Rispondi Mirabolante lungometraggio d'avanguardia, in cui Vertov sperimenta con risultati strabilianti riprese ardite, montaggi innovativi ed effetti speciali che lasciano letteralmente esterrefatti, considerato l'anno di produzione. Strepitose le azzardate inquadrature del treno ai margini dei binari, così come eccezionali, per esempio, sono gli effetti volti a riprodurre lo sgretolarsi della facciata di un Teatro o a ricreare la sensazione del battito delle palpebre associandolo al movimento convulso di apertura e chiusura di una veneziana. Memorabili la sequenza in cui il cineoperatore si ritrova all'interno di un boccale immerso nella birra, nonchè quella che mostra la cinepresa muoversi da sola sul trepiedi. Ma L'UOMO CON LA MACCHINA DA PRESA non è solo un esemplare esercizio di stile. Esso è innanzitutto un documentario di stampo "futurista" incentrato sull'idea del meta-cinema: è il cinema che riflette su se stesso, che si guarda attraverso un occhio che fagocita tutto ciò inquadra, compreso il cineoperatore, senza quasi omettere nessun aspetto della quotidianità e dello scorrere del tempo. E da questo fluire ininterrotto ed esasperato di riprese, emerge una società convulsa immortalata nel suo frenetico e compulsivo sciamare finalizzato a mettere in rilievo gli aspetti più deteriori del modello capitalistico (è risaputo che Vertov fosse un comunista convinto nonchè anti-stalinista): dalla usurante catena di montaggio e dall'insostenibile lavoro in maniera agli aspetti più frivoli della vita borghese, secondo una stridente dissonanza atta ad evidenziare le più ingiuste sperequazioni sociali.