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PAURA E DESIDERIO regia di Stanley Kubrick

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     6 / 10  19/08/2011 19:49:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La volontà di Kubrick fu quella di farlo sparire dalla faccia della terra, giustificando questa reazione con il fatto che il film era solo un esercizio cinematografico da studente.

Rispetto la volontà di Stanley ma se mi permette, senza rivoltarsi nella tomba lo vorrei contraddire.

Come Michelangelo all'età di 3 anni disegnava quelli che per lui erano essere umani e che invece, per suo padre, erano disegnini fatti male e insignificati, cosi per Kubrick é stato questo film.

A mio umil parere nessuno é nato imparato, ma solo con grandi capacità innate che si sviluppano con gli anni, con l'esercizio e con la passione e il sudore.

É vero, questo film non é un capolavoro, ma é giusto che esista, perché tutti ben sappiamo che fu il suo prim lungometraggio e soprattutto chi lavora in questo ambito ben sa che non é facile girare un film.

Premesso tutto ciò veniamo al cuore del film.

Concordo con il fatto che é girato in un b/n orrendo dove il bianco predomina troppo, rovinando la visione del film. Le inquadrature sono fatte piuttosto male visto che si capisce a malapena chi stia parlando.
Ma a parte queste non piccole e neanche trapassabili imperfezioni il film racchiude ben altro.
Partendo prima di tutto dal titolo: "Fear n desire". Qui é un chiaro modo di spiegare il fatto che, quando la paura entra in gioco, la mente umana, non concepisce più ragionamenti razionali, ma é spinta dal proprio istinto di sopravvivenza, dove niente e nessuno é più importante di noi stessi, della nostra vita, e solo la morte potrà fermarci, anche se noi, indissulubilmente, cerchiamo sempre, in ogni istante, in ogni modo, di scamparle.
Di metafore come questa la pellicola ne é piena. Piena come i temi ricorrenti a Kubrick come la critica alla violenza e l'attrazione per la guerra. Piena con tanti piccoli particolari che visti complessivamente danno all'opera un senso ancora più vasto.
I pensieri filosofici, la pesantezza e l'odore fetido della paura e della morte, i nemici attorno pronti ad uccidere, le opressioni psicologiche, i deliri (il magnifico soldato Sydney), la solitudine danno il via ad una piena immedesimazione di quello che sta accadendo, porgendoci verso quello, che molto probabilmente, era il fiato lieve dei soldati in guerra, facendoci tremare nel domandarci "se fossi IO li?scapperei?combatterei?ucciderei?quando finirà tutto ciò?domani potrei essere morto..".