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BOCCACCIO '70 regia di Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli, Luchino Visconti

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DankoCardi     7 / 10  13/11/2021 11:29:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caso più unico che raro che una commedia italiana dei primi anni '60 abbia una tale durata (e infatti le edizioni estere sono notevolmente più corte); si tratta di 4 veri e propri mediometraggi dei più grandi registi italiani dell'epoca che quindi vanno analizzati singolarmente:
Monicelli: Una storia che sinceramente non mi ha colpito molto perchè non vi ho trovato particolari risvolti ma solo due ragazzi che si sposano tra diverse difficoltà. Quello che balza all'occhio (oggi) è il clima da Italia in pieno boom economico, tra insegne luminose e sfavillanti, piscine-carnai e cinema gremiti. Voto 6
Fellini: Ovviamente il migliore; ennesima "fellinata" onirica con una "tanta" Anita Ekberg che tenta, come donna e come madre (e qui sui simbolismi bisognerebbe scriverci un libro a parte) un inarrivabile DeFilippo. Da antologia la scena in cui la gigantessa cammina per una Eur ricostruita con una perizia che nemmeno nei colossal americani. Voto 8
Visconti: Il più tedioso; in uno scandalo una donna viziata trova lo spunto per cambiare vita e mettersi a lavorare...ma in che modo? Bravi gli interpreti ma per me evitabile. Voto 5,5.
DeSica: Il più divertente con una storiella fatta a posta per Sophia Loren, ma anche leggerino. Voto 6,5.
Cosa ci ho visto io? Un elemento che mi è parso comune è una critica al perbenismo ed al moralismo dell'epoca, come un grido dei quattro registi alla liberalizzazione dei costumi che sbattono in faccia allo spettatore le grazie procaci della Ekberg, della Schinder e della Loren. Questo concetto giustificherebbe il titolo "Boccaccio '70", otto anni dopo, come a dire che i registi stavano già avanti ed hanno realizzato dei film che si sarebbero visti solo in futuro...e guarda caso le commedie scollacciate, ad esempio, sono venute fuori a partire dagli anni '70. Più profetici di così non avrebbero potuto essere. Occorre poi menzionare la fotografia luminosa e colorata che riporta molto alla pop-art di Andy Wharol o Roy Lichtenstein, anzi in alcuni casi anticipandola pure. Comunque gli do un voto non altissimo, forse si meriterebbe anche di più, ma non mi ha fatto impazzire...magari per colpa mia che non sono arrivato a comprendere tutti i sottesi ed i messaggi.