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PIANO... PIANO, DOLCE CARLOTTA regia di Robert Aldrich

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Marco Iafrate     8 / 10  21/05/2012 22:13:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una donna, il suo amante, la moglie di quest'ultimo. Si parte da qui, dal triangolo più famoso del mondo, da questo crocevia di sentimenti che ha causato più danni di due guerre mondiali, ha distrutto famiglie, provocato omicidi, violenza, suicidi, disperazione, follia.
Carlotta è giovane, al cuor non si comanda, è innamorata di un uomo che è proprietà di un'altra donna, i due vogliono fuggire insieme, è naturale quando ci si ama, chi invece non gode più del privilegio di questo sentimento ha l'arduo compito di rassegnarsi a tale cambiamento, bisognerebbe accettare le distorsioni della natura, la quale stabilisce che nulla dura in eterno, ma non è così, anche il padre di Carlotta non vede di buon occhio la cosa, c'è da fare i conti anche con l'onore, fatto sta che tutto finisce in una pozza di sangue, una testa, rotolando, vede per alcuni secondi il proprio corpo ad un paio di metri di distanza e tutto quel castello proibito costruito con tanta abnegazione e coraggio crolla sotto le macerie del rancore e dell'odio. Carlotta in un attimo perde il motivo della sua esistenza e con i titoli di testa, non quella decapitata, inizia il film.
Ritroviamo Carlotta 37 anni dopo, nella stessa casa, invecchiata come invecchia chi passa le giornate a pensare a chi non c'è più e con qualche rotella fuori posto, la vita può far veramente male e per molti l'unica cosa da fare è far del male alla vita stessa, 1 a 1 e palla al centro, l'abbrutimento fisico e morale è la risposta di Carlotta all' insensibile cattiveria del destino, che importa essere considerata da tutti una povera pazza quando l'oggetto del tuo desiderio non c'è più? Ha più un senso cercare la luce quando all'interno dell'animo si è fatto buio? Ad un certo punto però arriva un problema che deve essere risolto, la casa dove sono custoditi i ricordi, brutti, ma pur sempre ricordi, deve essere abbattuta, Carlotta si oppone con tutta la volontà ma non basta, in suo aiuto accorre una cugina, Miriam, dolce e sensibile ma…… .
Thriller audace di poco inferiore al precedente "Che fine ha fatto Baby Jane?", dove a prevalere è sempre il rapporto tra le due protagoniste. La Havilland sostituisce egregiamente Jane Crawford ammalata, l'incredibile fascino di questa donna non finisce mai di stupirmi, è stupenda, si dice che l'occhio vuole la sua parte, non riesco a non considerare un valore aggiunto la sua presenza in un film. Immensa ,come sempre, Bette Davis.
Consigliato anche agli amanti del genere horror, ma non quello che ti fa rivoltare lo stomaco stile Bear Grylls dopo una bella mangiata di larve di punteruolo rosso, direi che siamo a metà tra l'horror gotico ed il melodramma, gli horror "disturbanti" li lascio a Goat, Kommando e C. , non ho quella predisposizione, per i miei gusti è più che sufficiente questo.