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LA MEGLIO GIOVENTU' regia di Marco Tullio Giordana

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elio91     9½ / 10  14/08/2010 00:02:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Probabilmente il miglior film italiano del decennio (insieme a Le coneseguenze dell'amore).
Cavalcata mai noiosa divisa in due atti da tre ore ciascuno per raccontare la storia della famiglia Carati e dell'Italia,progetto nato all'inizio per essere portato in tv e poi uscito al cinema dopo il trionfo a Cannes con i 9 minuti di applausi e il premio Un certain regarde.
Raccontare un'epopea familiare di personaggi medio-borghesi senza scadere nelle banalità non è facile,se poi oltre a riuscirci il film regala momenti strepitosi vuol dire che siamo di fronte a un risultato eccellente sotto tutti i punti di vista.
Anche se spesso non nascone la sua provenienza originaria della televisione alcune sequenze sono (mi permetto) da antologia del cinema. Oltre questo,Giordana sa il fatto suo. Riesce a comunicare con una scena mille cose solo indugiando su un gioco di sguardi,merito suo e dell'intensità degli attori. La regia è curata in maniera sopraffina,mai sopra le righe,induga forse nel melodrammatico troppe volte ma si riprende riuscendo a non rendere mai noioso un progetto della durata effettiva di sei ore.
La sceneggiatura è come un fiume in piena,rispecchia la vita come è e non come dovrebbe essere: i vari membri della famiglia (i protagonisti sono Nicola e Matteo Carati) si separano,si amano,si riavvicinano,muoiono e spariscono come può succedere solo nella vita reale. Le loro vicende,a volte forzate,hanno appassionato tantissime persone per la forza che ogni personaggio ha,per le caratteristiche così umane e peculiari. Merito anche al cast eccellente in cui tutti sembrano dare il meglio di sè,Lo Cascio e Boni in primis.
Pecca in qualche forzatura in una trama che comunque vive di ampio respiro,accontentando un pò tutti i tipi di spettatori grazie alla sua prorompente vitalità. Diciamoci la verità,è difficile non appassionarsi alle vicende di Nicola o Matteo,identificarsi con uno di loro o con entrambi è di una semplicità unica. Questo perché tutti siamo o siamo stati giovani e sappiamo esattamente cosa provano,come reagiremmo noi e come reagiscono loro,sempre col cuore.

La meglio gioventù,titolo preso da Pasolini,è anche un inno alla bellezza e alla giovinezza. Il finale quasi ciclico è un segnale di questo,le parole di Nicola sulla bellezza sono la conferma.
In mezzo stanno anche altre cose,un pò di tutto in questo enorme calderone: psichiatria,con il lento cambiamento dei rapporti con i malati mentali (da brividi la scena del tribunale con i matti testimoni o quella in cui Nicola scopre una clinica che li trattava come bestie),l'inutile rivoluzione tentata dalle Br (ragione e sentimento tra una madre che sceglierà un'ideologia abbandonando la figlia),viaggi alla scoperta di sè stessi,le comprensioni e le incomprensioni.
Se però la sceneggiatura è lineare non mancano spesso dei colpi di scena che fanno male. Emblematico il personaggio di Alessio Boni,pecora nera della famiglia per sua scelta,carattere autodistruttivo ma buono interpretato magnificamente in quello che è forse il ruolo più complicato e certamente il più tragico.

Adottando un non facile linguaggio universale,La meglio gioventù non ripercosse "soltanto" la storia d'Italia ma è riuscito ad essere un successo nel mondo grazie anche alla storia umana che è il vero perno del lavoro complesso di Giordana.
Dappertutto ha ricevuto commenti entusiastici e ha commosso il pubblico. Si può dire finalmente di un film italiano che è un capolavoro anche all'estero.