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MY NAME IS JOE regia di Ken Loach

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Thorondir     8 / 10  21/09/2023 11:59:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
È il tentativo di redenzione quello che Ken Loach mette in scena con "My Name Is Joe": voltare definitivamente pagina all'alcol, divertirsi in modo sano tramite partite amatoriali di calcio, trovare l'amore in Sarah. Ma, come da tradizione nei film di Loach (anche futuri), è impossibile sfuggire ai dati di realtà, alla propria condizione sociale, "ambientale", al milieu culturale: Joe è un disoccupato che vive tramite un sussidio e con alle spalle seri problemi di alcolismo, per di più in un mondo pericolosamente vicino a micro-gang criminali. Sarah è una piccolo borghese, dipendente pubblica progressista: Loach fa incontrare mondi vicini ma distanti e lo fa con il solito sguardo attento alle contraddizioni umane, esistenziali e sociali di un degradato nord del Regno Unito (sceneggiatura, as usual, di Paul Laverty). L'altruismo, il senso di comunità e umanità pongono però Joe nella condizione di dover fare una scelta che rimette in discussione tutto il suo percorso di uscita dal baratro: ne viene fuori un film che oltre a toccare ed esporre i temi classici a Loach trova anche momenti di rara delicatezza (non proprio usuali per il cineasta inglese) e che inevitabilmete, raccontando la realtà, ne racconta anche l'infinita, plurima, inestricabile tragedia.