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TIME regia di Kim Ki-duk

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  15/12/2006 10:58:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kim Ki Duk ci parla del tempo che passa e di come questo sia spietato nei confronti degli uomini,destinati ad essere legati in maniera inesorabile dal suo scorrere.
Il regista coreano firma una pellicola pessimista,che superficialmente potrebbe apparire come un’accusa nei confronti di quelle persone che si sottopongono ad interventi di chirurgia estetica anche quando non ce ne sarebbe bisogno,ma che fondamentalmente è un ritratto impietoso sul destino dell’uomo ,costretto ad una sorta di prigione temporale,destinata a rendere non solo i nostri corpi ma anche i nostri sentimenti passeggeri ed ineluttabilmente legati al passare delle ore,dei giorni ,degli anni.
L’illusione è quella di non cambiare,di poter rimanere uguali,di poter fregare il tempo costruendosi un nuovo involucro esterno,ma non basta una maschera per poter cambiare il nostro carattere ed il nostro essere,che rimarra’ immutato come i sentimenti della protagonista che diventa gelosa di se stessa,perché questo fa parte del suo carattere, è insito nel suo essere e nulla,neppure una nuova identita’ ed un viso nuovo,potranno cancellarla dal suo io.
“Time” pero’ non colpisce nel segno,il messaggio arriva sfocato e debole,a causa di una sceneggiatura eccessivamente surreale e forzata,Ki Duk rimane un ottimo regista le sue immagini sono sempre estremamente affascinanti sia che l’azione si svolga in un asettico appartamento sia che abbia come sfondo il romantico mare dell’isola di Mo,sono pero’ lontani i fasti di “Bad guy” o “Ferro 3”,il regista che ci aveva abituato a parlare soprattutto attraverso le immagini ed i gesti ,si affida questa volta in maniera eccessiva ai dialoghi,che non sono particolarmente in sintonia con gli stati d'animo dei personaggi.
Funziona poco anche la protagonista che risulta eccessivamente antipatica ed isterica,sinceramente trovo poco plausibile l’amore che il protagonista prova per lei,tanto bella quanto mentalmente instabile.
In attesa del suo nuovo lavoro,non posso che constatare che ultimamente le opere di Kim Ki Duk siano inferiori ai precedenti lavori,visto che anche il tanto osannato “La samaritana” non mi aveva convinto,stesso dicasi de “L’arco”.