Ciumi 8 / 10 25/01/2010 11:13:53 » Rispondi "Anche le querce muoiono"
Ecco, non ho mai amato Wayne. Ma è davvero eroico il suo addio, e non poteva essere altrimenti. Tra la dura corteccia increspata, s'intravede negli occhi quella linfa scorrere ancora. Non si vuol fare abbattere. Con egli, invecchia e cade tutto il bosco di un genere.
Ovviamente il film è diretto benissimo, Siegel continua a raccontare il crepuscolo d'un mito col suo stile asciutto e preciso, da grande giornalista. Ne scrive come sa scrivere un commovente epitaffio.
dobel 26/01/2010 16:47:47 » Rispondi Mi sono accorto ora di non averlo commentato, ed è uno dei miei 'cult'. Mi fa piacere che ti sia piaciuto, e condivido pienamente il tuo commento. Che congedo struggente e nello stesso tempo coraggioso quello di John Wayne! Io penso che si possano trovare molte analogie con quello di Clint Eastwood in 'Gran Torino'. Già da subito mi sono apparse molte analogie quasi si trattasse di un remake in abiti moderni. I due protagonisti malati, due opere marcatamente riassuntive e colme di autocitazioni, la morte violenta finale inevitabile (anche se con significati opposti)... Poi il fatto di volersi congedare da un'icona (la propria) cercando di ripensare l'intera propria carriera, non tanto di attore, quanto di personaggio e 'mito'. Eastwood, l'erede di Wayne e di tutto un modo di intendere l'Americano. Va be', pour parler!...
Ciumi 26/01/2010 19:01:37 » Rispondi Un'ottima osservazione. E ricordo di averla letta nel tuo commento a “Gran Torino”. Allora non avevo ancora visto “Il pistolero”, oggi posso dire che mi trovo una volta di più d’accordo con il tuo commento. Anzi, ciò valorizza ulteriormente il film di Eastwood, l’allievo-maestro, una citazione superlativa che contiene altre citazione: il tramonto dignitoso d’un personaggio, con l’aggiunta di quella variante sorprendente nel finale.