caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

UNA STREGA IN PARADISO regia di Richard Quine

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Godbluff2     6 / 10  09/05/2022 23:35:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Le voglio bene a questa innocua commediuccia romantica di Quine. Le voglio bene perché Tiziano Sclavi si è ispirato a lei per scrivere due delle più belle storie del Dylan Dog dei tempi d'oro: "Cagliostro" (n.18) e "Maelstrom" (n.63, se non erro) dove appunto cita pari pari spezzoni di trama (l'evocazione, ad esempio) per poi chiaramente sconvolgerla e cita-usa-reinventa i personaggi di Cagliostro, Gill che diventa direttamente Kim (ed è proprio Kim Novak, graficamente parlando) e la Di Passio. Bellissime storie. Molto più del film, che è una commediuccia romantica a tema streghe di poco interesse, però carina e del tutto apprezzabile per una serata di disimpegno.
Rinnova l'accoppiata vincente Novak-Stewart e punta sul loro affiatamento, siamo sempre nello stesso 1958 di "Vertigo", seppur su livelli totalmente differenti; curioso come nello stesso anno e in entrambi i film si riproponga lo schema "Stewart ingannato da Kim Novak che poi se ne pente perché si è innamorata davvero di lui". Solo che qui non c'è Hitchcock (guarda, non si vedeva proprio...) e il finale stavolta è lieto. Oh, poveracci, non poteva mica andargli male due volte in un anno a 'sti due.
Il film, che non ha molto da dire, si aggrappa alla sensualità e al magnetismo di Novak per gran parte del tempo e così costruisce anche le scene più azzeccate e persino un'inquadratura rimasta celebre (il primissimo piano del volto e degli occhi di Gill e di Cagliostro), così come si aggrappa alla classe di Stewart. Il fascino di Kim funziona eccome, ma in un film un po' povero come questo lei e Stewart non riescono a ritrovare del tutto l'alchimia.
La cosa bella è che invece più che i due attori principali a funzionare meglio sono quelli secondari, grazie ad un cast nel quale brillano soprattutto Jack Lemmon, e davvero mi basta la presenza di Jack Lemmon per dare la sufficienza, ed Elsa Lanchester, grandissima caratterista. I momenti più piacevoli sono sempre quelli dove ci sono loro due, che aiutano tanto il film a non precipitare troppo.
Merita la sufficienza, un po' per "gratitudine" di un lettore di "Dylan Dog" e un po' perché effettivamente non è brutto. Ah e Jack Lemmon.