Requiem 6½ / 10 30/09/2006 21:35:18 » Rispondi E rieccoci, ancora una volta con i soliti problemi del cinema De Palmiano. Avendo letto il libro di Ellroy (che mi era piaciuto tantissimo) aspettavo veramente tanto l'uscita di questo film. De Palma dopo l'omaggio al nero americano anni '40, "Femme Fatale" , in cui tornava a utizzare uno stile simil-Hitchcockiano sulla classica storia torbida di "La fiamma del peccato", stavolta porta sullo schermo un romanzo già complesso di per se. E ancora una volta guardando solo e sempre la forma. In "The Black Dahlia" troviamo ambientazione, musica, voce off, look, e tutte le caratteristiche principali dei noir + famosi. I cinefili patiti di neri, saranno contenti di vedere 6000 citazioni disseminate dappertutto. Come la dalia del titolo (e il suo doppio Swank) che assomiglia ovviamente a Veronica Lake, protagonista con Alan Ladd del classico- bellissimo "La dalia azzurra" (che però in quel film era il nome di un bar). Notate le 1000 citazioni da film come "La fiamma del peccato" di Wilder, per non parlare di "Il grande sonno" di Hawks (guardate la sorellina della Swank), e poi la soggettiva quando entra nella casa della famiglia della Swank, in cui De Palma rifà Delmer Davis regista dell'immenso "La fuga" (Film che in tutta la prima parte era in soggettiva). Ma ce ne sono infinite. In almeno un paio di tutti i vorticosi ( e sempre stupendi) piani-sequenza che ci sono nel film, De Palma imita Orson Welles (compreso il famoso iniziale di "L'infernale Quinlan").
E così via dicendo. Il problema di questo film è che c'è solo questo. La storia è mal resa, la sceneggiatura confusissima, spesso manca persino l'atmosfera. Nei film di Torneur, Davis, Siodmak, Lang e così via, l'inganno si respirava nell'aria, erano torbidi. Qui niente, queste citazioni e lo sfoggio di tecnica sono al servizio di niente. O meglio sono al servizio di un film che vorrebbe soddisfare oltre ai cinefili anche il grande pubblico. E da qui la scelta del tutto inspiegabile di fare un noir a colori . Se lo splendido "Rischiose abitudini" di Stephen Frears o le incursioni Lynchane nel nero (Velluto blu o strade perdute) facevano dei colori il vero punto di forza, De Palma invece che fa? Non usa il bianco e nero e poi, in maniera francamente ridicola, usa colori smorti. Mi chiedo davvero che senso ha. Il genere piace a De Palma, da sempre. L'hanno fatto i Coen (alla loro maniera) un nero in bianco e nero, ed era un capolavoro. La scelta del regista di Carlito invece è inspiegabile.
Un'altro punto debole è a mio parere il cast. Perfetti sono Aarhon Eckart e la bellissima e bravissima Hillary Swank, sensualissima. Ma Josh Harnett, che poi è il protagonista, è fuori luogo. Probabilmente De Palma l'ha visto in "Sin city" all'inizio con il look adatto. Ma quando fa Mithum o imita Bogart facendo le smorfiette con le sigarette, mette tenerezza. Anche La Johnason era 1000 volte più sexy nell'ultimo film di Woody Allen, qui per me non è adatta, oltretutto è troppo giovane.
"La dalia Nera" è un divertente omaggio, ricco di tecnica e citazioni. Poi poco altro. Il precedente "Femme Fatale" è molto + bello.
fidelio.78 30/09/2006 21:42:50 » Rispondi Non capisco di cosa ti stupisca. De Palma è sempre stato questo... tecnicamente eccelso, ma se non ha una sceneggiatura solida alle spalle si perde in un bicchiere d'acqua....
stefano76 30/09/2006 21:49:29 » Rispondi Anche altri film di De Palma, vedi Blow Out, non avevano sceneggiature eccelse, eppure erano di tutt'altra pasta rispetto ai suoi ultimi lavori.
fidelio.78 01/10/2006 11:23:04 » Rispondi Secondo me il suo miglior film è Carlito's way (capolavoro!!). Scarface è un ottimo film e poi ha fatto tanti buoni film (che sono molto lontani dalla dimensione del capolavoro). Ultimamente però i cineasti degli anni 70 stanno perdendo colpi...
stefano76 01/10/2006 14:29:53 » Rispondi Che non abbia fatto grandissimi capolavori che possano essere unanimamente considerati tali può essere vero, ma la sua filmografia è zeppa di cult e alcuni di essi, per quanto mi riguarda, sfiorano il capolavoro (CARRIE e IL FANTASMA su tutti).
Insomma, il De Palma degli ultimi anni è comunque ben lontano dai suoi fasti, capolavoro o non capolavoro. Io mi sarei accontentato di un piccolo cult, non chiedo il capolavoro. Ma con la Dalia siamo molto lontani anche da questo.
fidelio.78 02/10/2006 08:27:26 » Rispondi Su questo hai piena ragione. I piccoli cult forse non sono più possibili dato le dimensioni delle sue ultime produzioni.
kowalsky 01/10/2006 14:11:35 » Rispondi Non c'è bisogno di scomodare Blow out, basterebbe pensare che "gli intoccabili" era (ed è) non solo stilisticamente perfetto, ma anche profondamente emozionante... Eh eh eh caro vecchio Requiem non ti smentisci mai "macchianera", sai cogliere le citazioni giuste...
kowalsky 01/10/2006 14:56:39 » Rispondi Condivido su Femme fatale, un film ingiustamente sottovalutato