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THE BLACK DAHLIA regia di Brian De Palma

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Harpo     9½ / 10  02/10/2006 21:14:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prendetemi per pazzo, per folle o per tutto quello che volete, ma secondo me questo film è un capolavoro. Punto e basta. Le aspettative della vigilia vengono rispettate e il risultato è davvero straordinario.
A mio avviso, i lati positivi di "The Black Dahlia" sono svariati e ora cercherò di analizzarli.
La storia (non la narrazione) è davvero splendida e riesce a inquadrare la Los Angeles del 1947 con un occhio incredibilmente partecipe, tanto da immedesimare lo spettatore nell'ambiente della città stessa. In tal senso risultano fondamentali le splendide scenografie (che mi sembra siano di Dante Ferretti), le quali contribuiscono al successo del film sotto questo aspetto. Oltretutto, se devo essere sincero, ho trovato davvero ottima la regia di De Palma, il quale si concede più di un virtuosismo stilistico. Dopotutto non mi sembra di bestemmiare quando ammetto che "The Black Dahlia" non si discosta troppo dalle brillanti regie dei pochi film che ho visto del regista italo-americano. Infatti il direttore riesce ad unire perfettamente tutti quegli aspetti tipici del noir contribuendo, anche dal canto suo, a rendere indimenticabile quell’atmosfera accennata pocanzi.
E' altresì vero, comunque, che il punto debole del film è la sceneggiatura. Comunque non mi sento di attribuire le colpe di questa pecca a Brian: andando a vedere tra la componente tecnica dello staff, noteremo che lo sceneggiatore è Josh Friedman (autore, tra l’altro, del modesto "La guerra dei mondi"), il quale effettivamente non riesce ad adattare brillantemente il libro di Ellroy (che comunque non ho letto). Come è già stato scritto la risoluzione del caso appare troppo farraginosa e di difficile comprensione. Sono però anche certo che riguardando una seconda volta (e magari anche una terza) “The Black Dahlia” moltissimi enigmi o passaggi oscuri verranno comunque chiariti. In effetti credo che un paragone con il bellissimo “L.A. Confidential” sia d’obbligo: quando mi guardai il film di Hanson per la prima volta mi persi tantissimi passaggi fondamentali che mi complicarono non di poco la comprensione del film. Riguardandolo poi una seconda volta mi resi conto che ogni storia si riusciva a incastrare perfettamente nella vicenda contribuendo così a rendere quel film un vero e proprio capolavoro. Credo che sia la stessa identica cosa di “The Black Dalia”. Infatti, quando ci si trova di fronte a una gamma così vasta di personaggi e fatti la prima visione risulta quantomai ardua.
Un altro aspetto positivo del film sono senz’altro le ottime caratterizzazioni dei personaggi che, anche grazie a delle maiuscole interpretazione degli attori, risultano incredibilmente riuscite e fondamentali per il successo della pellicola. Mi par d’obbligo elogiare anche la recitazione di Josh Hartnett che, in tutta franchezza, non mi sembrava un attore trascendentale. Sono contento che mi abbia smentito. Si conferma ottima anche di Hilary Swank, a suo agio anche nelle vesti di donna “di facili costumi”. Scarlett Johansson, invece, è senz’altro l’anello debole del cast, nonostante non demeriti eccessivamente.
Sicuramente il mio è un giudizio “di parte”, visto il mio amore verso il noir, ma devo tuttavia ammettere che, a mio modestissimo avviso, “The Black Dahlia” è uno dei film migliori (se non il migliore) del 2006 .