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ASSASSINIO AL CIMITERO ETRUSCO regia di Sergio Martino

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Alpagueur     2½ / 10  25/11/2020 16:57:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho visto diversi lavori di Sergio Martino (comici, polizieschi, thriller), il suo "Cornetti alla crema" è uno dei miei preferiti in assoluto e "L'allenatore nel pallone" ha creato un'icona del cinema comico come Oronzo Canà, tra i gialli "Tutti i colori del buio", "Lo strano vizio della signora Wardh", "La coda dello scorpione", "Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave" e li ho apprezzati tutti . Tutti contorti pezzi affascinanti del cinema italiano. Ma questo "Assassinio al cimitero etrusco" (alias "The scorpion with two tails"), è un pasticciaccio sotto molti aspetti: storia, dialoghi, recitazione, fotografia, montaggio, musica, da qualsiasi prospettiva lo si osservi, fa. Anche Fulci produceva spazzatura negli anni '80 come questa ("Paura nella città...", "...E tu vivrai nel terrore", "Quella villa...", "Aenigma", "Quando Alice..."), ma almeno erano sopportabili, avevano un'atmosfera, qualcosa a cui aggrapparsi. Questo scorpione dalle due code non ha davvero niente da salvare. Nemmeno una musica, una scena, una frase, uno straccio di score da ricordare, n-i-e-n-t-e. Ho capito subito che questa era spazzatura, ma aveva una certa atmosfera, molto minimale, poi è andata avanti su questa pista ed è persino peggiorata. Non ti consiglio di guardarlo affatto. Non c'è niente qui. Ci sono alcuni film che sono così brutti che puoi ridere della troupe e del cast per le decisioni prese. Questo aveva forse una o due scene del genere. Non abbastanza. Fabio Frizzi ripropone un arrangiamento del (suo stesso) main theme di "Paura nella città dei morti viventi" di due anni prima, che a sua volta riprendeva certe sonorità di Claudio Simonetti in "Zombi" di Romero (1978), e questo arrangiamento è alquanto invasivo, si sente praticamente in ogni sequenza nelle grotte ed è alquanto fastidioso. Per il semplice motivo che non è caratteristico, non ha un timbro originale, non evoca paura o ansia. Non ho niente contro Fabio Frizzi, ma le sue musiche nei gialli/horrornon mi hanno mai convinto, ma proprio mai..."Zombi 2", "Paura nella città...", "L'aldià" etc. solo quella di "Sette note in nero" è di ottima fattura, ma è stata in coproduzione con Vince Tempera e Franco Bixio. Apparentemente, questo film potrebbe essere stato inteso come un giallo e, se gestito correttamente, avrebbe potuto esserlo. Ma invece, tutto ciò che otteniamo è un cameo esteso completamente sprecato di John Saxon, e un'abbondanza eccessiva dell'attrice principale (tra virgolette) Elvire Audray. Sembra sia stata assunta tramite divano per il casting...ogni scena in cui si incontra un cadavere la vede coinvolta, vede larve di mosca e teschi dappertutto, urla, si dimena, sviene, viene ricoverata, quindi immediatamente si passa ad un'altra scena in cui non ci sono visioni e sta benissimo. La trama coinvolge il marito di Joan (la Audray), Arthur Barnard (Saxon), che osserva alcune tombe etrusche. Il padre di Audray, Mulligan (Van Johnson) vuole che gli vengano inviate le casse di reperti etruschi, ma in una delle casse ci sono 150 kg di eroina, quindi abbiamo un affare di droga andato a male e personaggi che vagano senza molto da fare se non guardarsi l'un l'altro e alcune cattive sculture. Oh, e non dimentichiamo le grandi quantità di vermi. A quanto pare, il regista pensa che ripetuti primi piani di vermi costituiscano un film dell'orrore. Ad ogni modo la Audray si muove da un uomo all'altro in questo film (l'amico studioso Mike Grant, l'archeologo Paolo Dameli, il fotografo Gianni Andrucci...in tutti c'è qualcosa di interessante e intrigante!), in modo molto naturale e spontaneo, cercando di trovare la risposta agli enigmi etruschi che possono o meno includerla come una reincarnazione di qualcosa che a dire il vero non si capisce bene neanche a film concluso (alla fine la vera "dea" è Marilù Tolo, che qui interpreta la misteriosa e bellissima contessa Maria Volumna...il 'nome' scelto non è casuale). Non c'è sangue, solo poche ferite da arma da fuoco mal inscenate e troppi colli spezzati, come se rompere il collo di qualcuno fosse una cosa facile da fare per qualche stupido uomo medio appassionato di archeologia. Ah si, c'è anche un assassino (!), che con la scusa dell'etruscologia vuole impadronirsi solo del tesoro sacro della dodecapoli, ma nessuno sembra accorgersene. Non lascia il segno. Gran brutto film, la presenza della Tolo non è sufficiente a salvarlo dal disastro, Ernesto Gastaldi (anche sceneggiatore) e Dardano Sacchetti ne hanno scritto il soggetto, alla luce di questo devo forse riconsiderare Franco Ferrini il n.1 degli sceneggiatori del giallo all'italiana, anche se Sacchetti ha comunque fatto delle grandissime cose ("Il gatto a 9 code", "Reazione a catena", "Sette note in nero", "Shock", "Inferno", "La casa con la scala nel buio", "Demoni", "Morirai a mezzanotte", "La casa dell'orco" etc. non possiamo certo dimenticarli). Ecco diciamo che è stato deludente il soggetto scritto da Dardano, vedendo questo film e "La casa con la scala nel buio" mi riesce così difficile pensare che ci sia la stessa mano dietro. Penso anche che ci sia stato un tentativo maldestro di cavalcare i due piccoli gioielli di Crispino...non è un caso che il film inizi con una sequenza onirica, come appunto in "Macchie solari", e cerchi di proseguire come "L'etrusco uccide ancora"...ma li l'orrido demone Tuchulcha è veramente inquietante e catalizza su di se tutta l'attenzione dello spettatore, così come gli affreschi delle camere mortuarie, per non parlare delle eccezionali musiche di Ortolani e Morricone. Qui è tutto frammentario e fumoso, non ci sono contorni ben delineati. Ci fosse stato almeno un trauma scatenante, manco quello. Bocciato in toto (ma non Paolo Malco, che poverino fa quello che può in mezzo a certi ignobili soggetti e si difende sempre bene).

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