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EVIL IL RIBELLE regia di Mikael Hafstrom

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Clint Eastwood     8½ / 10  15/04/2010 14:28:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quel giorno noleggiai Evil, Collateral di Mann e Man on Fire di Scott ... una vera bomba di emozioni e vendette.
Nominato come miglior film straniero agli oscar del 2004, diritto di cui gode pienamente, è una pellicola ben girata, molto diretta che non si ferma ad analizzare/pensare/lasciare spazio/pause/rilassamenti, è istintivo e alla fine direi educativo/istruttivo. La scelta del protagonista è già la metà del lavoro svolto. Non troppo alto per essere un gigante imbattibile, non troppo basso per non andare incontro a certi pregiudizi o retorica, media statura, robusto e ben proporzionato per quello che sa fare meglio : picchiare. Ma la sua rabbia ha un motivo e va cercata nel padre "assente" e il patrigno rigidissimo da dove accumula tutta questa energia negativa per poi scaricarla fuori, entro le mura della strade, scuole, su altri ragazzi. Questa volta espulso e non riconosciuto/ammesso dalle scuole pubbliche, sceglie/va in un'istituzione privata in periferia, luogo in cui i "socialdemocratici" vengono discriminati/presi in giro dai nobili nonchè dal consiglio di studenti o dallo "spirito di gruppo". E' la sua ultima chance di rimettersi in carreggiata per poi proseguire al liceo, ma il suo modo di fare, la testa dura e principi rigidi imparati dalla strada creerà non poco attrito e conflitti all'interno dello spazio studentesco, colpendo i più vicini e i più cari, svuotando il cuore del protagonista che si riempie oltremisura di rabbia quasi canina. Abbiamo un personaggio ribelle che somiglia tanto a James Dean d'epoca, abbiamo il sistema poco furbo che potrebbe rispecchiare la società e l'ingiustizia e abbiamo ancora, principalmente, l'uso della non violenza, l'applicazione della ragione e dei metodi pacifici (sembrerà banale ma non lo è poi), dove qualche eccezione ci scappa. Il film si guarda in un fiato, in un respiro perchè mediamente tutto corrisponde alla definizione "più che ottimo", forse di meno la tensione generata e la trama comoda a costo della retorica e delle emozioni facili, ma non dimentichiamo quando è ambientato e quanto erano "emancipati" i giovani d'allora e aggiungiamo la Svezia poco conosciuta. Il fatto è che lo rivedi per la quinta volta e ti accorgi che non è poi tanto banale. Consigliato.