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IL DIAVOLO VESTE PRADA regia di David Frankel

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martina74     4½ / 10  04/07/2007 12:55:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Può sembrare assurdo che ci sia gente (donne) che che ucciderebbe la madre per un paio di sandali di Manolo Blanhik o una borsa croissant di Fendi, eppure esiste una stretta minoranza della popolazione che lo farebbe… ed è la minoranza che detiene o vorrebbe detenere il potere nel mondo della moda, un mondo tanto frivolo quanto privo di autoironia.
E ci sono quelle mille sceme che farebbero carte false per diventare le assistenti di Mirando Pristley, costruita sul personaggio realmente vivente di Anna Wintour, guru delle fashion victim di tutto il mondo, crudele direttrice di Vogue America, colei che con l’aggrottamento di un sopracciglio decreta il successo o la defenestrazione di uno stilista. La Wintour è una vera, incredibile, totale, incrollabile stron.za: un diavolo appunto, capace di distruggere chiunque lavori per lei con le calcolate cattiverie di una che in verità è anche un po’ cessa, ma dall’alto della sua cozzaggine si permette di tirare con sadica soddisfazione la catena del cesso in cui ha sbattuto il malcapitato di turno.
Meryl Streep è perfetta nel ruolo dell’alter ego di questo demonio inguainato in capi spettacolari che butta con insolente noncuranza sul tavolo delle povere cretine che leccherebbero la terra dove cammina, ma a parte la sua svettante interpretazione e un incipit che fa ben sperare, nel film non c’è null’altro da segnalare.
Una sceneggiatura povera e prevedibilissima fa presto naufragare la storiella in un mare di noia; la protagonista prima ingoffata in abitucci di grande magazzino (indossati su qualche imbottitura strategica che rende facilissimo il dimagrimento verso l’agognata taglia 40…) si lascia presto irretire dall’atmosfera dorata e dalle perle di Chanel. Ma il suo animo è candido e non deve nemmeno cadere troppo in basso per rendersi conto che sta perdendo la propria purezza.
È proprio qui il punto: la nostra Andrea non cade abbastanza in basso… su, non sarà mica un delitto chiacchierare a una festa con un tizio famoso o arrivare tardi a una festa di compleanno o andare alla settimana della moda di Parigi lasciando a casa la ex prima assistente! Troppi i buoni sentimenti elargiti nel corso del film, poco credibili alcuni passaggi

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E il finale fa definitivamente cadere i denti che si sono cariati nel corso della storia, anche perché quel fidanzato con un moccio vileda al posto dei capelli, la barba malfatta e le sopracciglia incolte fa decisamente ca.gare, diciamocelo (ma fa abbastanza cag.are anche il biondo imbalsamato ma famoso).
Menzione speciale per Stanley Tucci, abitutato a ruoli diversi ma molto simpatico nei panni del gayssimo braccio destro di Miranda (ma anche qui qualche concessione di troppo al buonismo e alla tenerezza in stile “portiere-d’albergo-di-pretty-woman” fa cadere le braccia).
Menzione speciale e un po’ di calci nel cul.o virtuali anche per le due merdose gemelle che vogliono leggere il manoscritto dell’ultimo Harry Fotter ancora da pubblicare.

Boh, ho speso anche troppe parole per sto filmetto.
capannelle  23/01/2009 14:26:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ci sei andata giù dura ma per molti aspetti riflette quello che ho visto ieri sera
martina74  26/01/2009 08:49:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ahaha... in effetti è un film di mer.da.

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Invia una mail all'autore del commento cash  04/07/2007 13:28:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
senti, io ho da vendere una borsa croissant di Fendi, che alla mamma non serve più.
martina74  04/07/2007 15:08:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fai bene a venderla: recupererai un po' delle spese per la cerimonia d'addio. Se dici che è vintage, puoi caricare un po' sul prezzo.