'Il mondo si divide in due categorie: i vincenti ed i perdenti..'. In una società in cui l'apparire ha di gran lunga sovrastato l'essere, patinatissime bambine,depredate della propria innocenza, sfilano per deliziare gli occhi di genitori sempre più attenti a fare in modo che la luce della propria piccola risplenda fino ad oscurare ogni possibile rivale. Conta arrivare primi, non c'è gloria per i secondi. E' questo il un nuovo valore che va inculcato, sin da piccoli! Little Miss sunshine è una splendida commedia, una piccola gemma, dietro la quale si cela, ma non troppo, una profondità di concetti che richiamano l'attuale stato mentale della società in cui viviamo. I personaggi di questa famiglia ci vengono presentati sin da subito come dei perfetti perdenti: una bambina goffa e paffuta, che sogna di emulare le blasonate miss d'america. Un uomo che recita, in convention semideserte, argomentazioni di cui egli stesso è all'oscuro. Un anziano che vorrebbe, con gli eccessi, recuperare una giovinezza perduta. Un adolescente che da mesi fatica ,senza alcun risultato, sollevando dei pesi. Una donna con un matrimonio in fumo, proprio come le sigarette che nasconde al marito. Ed infine un omosessuale, depresso e pure suicida. Perdenti...anche se loro, in verità ,ancora non né hanno piena consapevolezza! Una domanda a questo punto sembrerebbe più che logica : quale è la reale differenza tra l'essere dei perdenti o dei vincenti? La strada che percorreranno, verso quella che sembra una vittoria annunciata, non è altro che la metafora di un viaggio interiore che porterà ognuno di loro, fermata dopo fermata, a comprendere ciò che nella vita non potranno mai essere. E proprio come lo scalcinato e pittoresco furgone dovranno fare i conti con tutti i pezzi che luogo la strada verranno loro a mancare, e proprio come il loro mezzo avranno bisogno di una spinta per riuscire a mettersi nuovamente in carreggiata, capendo che la vita non deve essere a tutti i costi un concorso di bellezza. Paradossalmente sono partiti con la consapevolezza di poter essere dei vincenti, quando in realtà erano degli autentici perdenti. Perdenti non perché privi di mezzi per poter vincere ,ma perché schiavi della convinzione di essere ciò che in realtà non erano pur di uniformarsi ed istituzionalizzarsi ad una società di vincenti e per questo impossibilitati ad adottare qualsiasi insegnamento, che ogni sconfitta può fornire, al fine di essere realmente migliori: vincenti. Le vittorie sono piacevoli, gratificanti ci infondono un profondo senso di benessere e di sicurezza, ma che ci piaccia o meno sono proprio le sconfitte che determinano chi siamo e chi un giorno diverremo, delineano l'essenza del nostro stesso essere, ci impegnano a perfezionarci e spesso ci guidano a fare scelte migliori. La società ci vuole vincenti è vero, ma forse è meglio cominciare a vincere la nostra paura di risultare dei perdenti, riscoprendo il piacere di ciò che nella vita conta per davvero, proprio come ha fatto questa famiglia ballando allegramente,e anche inelegantemente, sui falsi miti e falsi cliché di una passerella per piccole miss.