sb6r 9 / 10 12/02/2007 17:20:24 » Rispondi Toccante senza retorica alcuna. Crialese è riuscito nell'ardua impresa di riportare adeguatamente sullo schermo le paure, le angosce, le speranze di chi si apprestava a partire per il Nuovo Mondo: terra di promesse, di sogni e desideri; terra magica dove ogni fantasia trova il suo corso elargendo sorrisi nelle facce spente, affaticate di chi è stato disposto a rischiare tutto e a lasciare nella sua patria gli affetti, la nostalgia. Il film si divide in due parti, fortemente legate tra loro. La prima si svolge nella brulla Sicilia, tra pastori e superstizioni, onestà d'intenti e povertà. L'arretratezza culturale è palpabile e questa sensazione ci accompagna per mano durante tutta la visione, ma è una mancanza genuina, senza colpe: aumenta, anzi, il merito di queste persone disposte a tutto pur di migliorarsi sia pur economicamente e materialmente. Il primo troncone, insoma è una piccola perla storica. Un buco da cui sbirciare il passato. La seconda metà invece è ambientata nell'asettico e inospitale centro di accoglienza di New York, simbolo delle porte d'ingresso per il sogno americano. Anche qui i complimenti a Crialese si sprecano: ogni particolare condisce di veridicità la toccante odissea di persone povere ma ricche di spirito. Da un lato la rigida, seppur necessaria, burocrazia degli States e dall'altro l'onesta supplica di chi desidera un futuro, una vita, migliore. Da notare la commovente testardaggine della madre anziana, troppo attaccata alle sue origini per apprezzare un benessere a lei sconosciuto. Parentesi tra queste due parti è la traversata dell'ocenao in nave: luogo di scambio di timori tra i passeggeri stivati come merci in cuccette spoglie di qualsiasi comodità. Per concludere, una pellicola stupenda che riporta lustro al cinema italiano. Un racconto lucido e pulito di una delle più grandi tragedie emotive del nostro paese.