caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

WORLD TRADE CENTER regia di Oliver Stone

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     4 / 10  10/09/2006 21:24:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come ho avuto modo di scrivere nella rece, che spero verrà presto pubblicata, Wtc è la dmostrazione tangibile che quando la realtà subentra al cinema (con uno script piu' efficace e doloroso di quanto mai visto nel grande schermo) il cinema stesso non ha piu' alcuna ragione di esistere.
Se Oliver Stone dedica il film agli americani, egli non tiene conto delle emozioni di tutti gli spettatori occidentali, decisamente a disagio davanti all'egoistica vicenda dei due pompieri, e delle loro famiglie in attesa.
Il risultato è un polpettone farneticante e tremendamente retorico, distante anni luce dal miglior cinema di Stone, anche quando il messaggio del regista ha sfiorato il qualunquismo ("Natural born killers").
Dalla vicenda dell'11 Settembre, Stone ha tratto il suo peggior film, un'accozzaglia di luoghi comuni degni di certi clichè à la John Wayne che, soprattutto nelle inesorabili sequenze del salvataggio di Will e John, si esprimono con un linguaggio da cinema bellico sciovinista e biecamente destrorso.
Non era necessario realizzare un film in qualche modo politically uncorrect, tantomeno progressista, anche se puo' sembrare sconcertante sapere che il regista sia tra i pochi esseri umani di questo pianeta a credere ancora nell'improbabile aereo caduto al pentagono.
O. Stone è ancora se stesso, ma in peggio: non riesce a dimenticare il "suo" Vietnam (e avrebbe fatto bene a restarci) e illuminarci sul fatto che "il dolore è nostro amico" citazione da Soldato Jane, di Scott, non proprio il film piu' democratico o liberale del mondo (oltretutto il punto piu' basso della carriera del regista di Blade Runner).
Comprensibile, dopotutto: la realtà secondo la quale nel dolore e nel dramma gli uomini imparano ad essere migliori di quello che sono (eroi è un eufemismo radicato per l'emozione di cio' che subiscono, e non è sufficiente a indicarli tali) è proprio una delle ragioni che decretano il successo dei film di guerra, per vedere come l'istinto umano prevalga, in trincea, su quello bestiale.
Ma qui parliamo del ground-zero e francamente è come se davanti alla possibile liberazione dalle macerie (fotografate splendidamente, ma questo è un altro discorso) di due uomini, tutte le altre vittime non contassero piu', è come se gli americani vedessero proiettato nel film il loro comprensibile egoismo davanti a un lutto che è soprattutto un'intimo, personale, passaggio nel baratro dell'attesa e della disperazione.
Quindi le frasi di rito come "bacia i miei figli da parte mia" oppure "senza pensare a te non ce l'avrei mai fatta" sembrano quelle di una brutta fiction televisiva da prima serata, e il Santino di Cristo che appare a Jimeno con la bottiglia d'acqua è improponibile non solo come brutta immagine iconografica del peggior modo di far marchetta sulla fede, ma perche' Stone ha osato mettere a nudo il privatissimo bisogno di credere dei due uomini, vendendo al miglior offerente un'emozione indecente per la massa.
Restano davvero i primi minuti del film, quel giorno ... di prima mattina dove tutto sembra essere come il giorno precedente, mentre alla fine non c'è nemmeno l'intenzione di raccontare New York dopo il massacro, e com'è cambiata la vita nella citta'.
La New York di Stone si ridesta nel dramma e scopre che esiste la solidarietà (evviva).
Il povero paramedico, sfruttato da una busta-paga ridotta e generalmente importante per la società occidentale quanto un dentifricio, è finalmente riabilitato : bravo, sei un eroe.
C'è una gran voglia di mitizzare un'umanità che invece andrebbe "globalmente" presa a pugni in faccia, visto il fatalismo con cui abbiamo accolto una tragedia quantomeno annunciata (per tacere degli intrighi e delle verità celate) , tutti noi.
Un bisogno edificante di credere nella virtu' dell'uomo, che per me è quella (non certo positivista) di cogliere il meglio di se' quando la nave affonda (e troppo tardi troppo tardi)
Un film completamente privo di pathos, letteralmente sconfortante per le occasioni mancate, prima fra tutte il tentativo di nobilitare una citta' che ha - come diceva un classico di tanti decenni fa - "milioni di storie da raccontare" .
E questa, che ci appartiene piu' quanto si possa credere, diventa complessivamente solo "una delle tante"
Giordano Biagio  13/10/2006 22:28:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io non sono assolutamente d'accordo con quanto hai detto. Mi sembra che un regista come Oliver Stone meriti ben altro approfondimento rispetto a quanto da te espresso. Un approfondimento che faccia giustizia di quanto realmente fatto da Oliver: senza spegnere alcun spirito critico.
Quanto al film penso che possa essere visto da angolazioni diverse senza cadere nel processo precostituito anti Stone...

maremare  14/10/2006 01:28:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
- meriti ben altro approfondimento da te espresso-
sì perchè adesso decidi tu quanto e come approfondire su questo film? e poi dirlo al kow che ha speso anche troppe parole per un film del genere, scrivendo il solito ottimo commento, appare quantomeno una bestemmia.
Giordano Biagio  14/10/2006 10:51:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io non decido un bel niente sostengo le mie idee, difendo Oliver Stone perché mi piace ed è logico quindi che quando viene attaccato proponga degli approfondimenti, sperando che ciò porti ad un parziale ravvedimento sui giudizi dati, e poi un approfondimento può portare anche me a ravvedermi su qualcosa...io lo propongo poi ognuno decide cosa fare. Sempre meglio che insultarsi a colpi di va fan ...
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  16/10/2006 22:54:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La rece potevo anche scriverla meglio, e magari analizzare senza farmi prendere dalla rabbia recidiva verso questo film che continuo a trovare poco riuscito... in parte condivido io stesso posso apprezzare la sua sincerità ma è una sincerità che non mi appartiene, tutto qui
Giordano Biagio  18/10/2006 19:24:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa la domanda perché può risultare insinuante, ma tu i film di Oliver Stone li hai veramente visti tutti? Spero di si...
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  18/10/2006 19:36:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sono rifiutato di vedere Nixon, ormai non se ne puo' del reducismo nazionale travestito da revisione ideologica, ma direi che conosco abbastanza Stone. Personalmente trovo che il suo capolavoro resti "salvador"
maremare  15/10/2006 19:30:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
vabbè ma a tutti capita di toppare

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  10/09/2006 21:25:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
poliziotti, non pompieri, mi scuso per l'errore
shineonthepiper  10/09/2006 22:56:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
in effetti è piaciuto poco. lo attendo con meno fervore...
shineonthepiper  13/10/2006 14:02:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
devo ancora vedere il film e poi torno a darti torto...(a parte gli scherzi) non bisogna demonizzare eccessivamente neanche la retorica se non è retorica ma realtà.
Invia una mail all'autore del commento Caio  27/09/2006 02:59:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco, attendevo il tuo commento. Non avevo intenzione di andare a vederlo perchè rischio veramente di sentirmi male dinanzi all'ennesimo tentativo degli americani di autocelebrarsi, di focalizzare l'attenzione sul le loro perdite umane, sul loro terribile dramma...no no, mi sento male! :-)
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  27/09/2006 10:39:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Piu' che altro è New York che viene autocelebrata, nel peggior modo possibile, ricordando . come ho scritto - che l'eroismo appartiene di diritto a certe categorie. E' come se Stone ci dicesse "guardate che nella tragedia noi siamo riusciti a fare questo..." non credo proprio che la città di oggi sia cambiata al punto di vedere otto milioni di persone che si salutano per strada e fanno a gara di solidarietà, non credi?
Invia una mail all'autore del commento EnglishRain  06/10/2006 01:40:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
PUò DARSI. mA IO CREDO CHE SE FOSSE SUCCESSO IN ITALIA NOI AVREMMO FATTO PEGGIO. Destra che da colpa alla sinistra,sinistra che da la colpa alla destra, il papa che da la colpa a sto ***** e sto ***** che da la colpa a maurizio costanzo. Ci sarebbero state solo divisioni su divisioni..e ciò che ha unito l'america a noi dimostrerebeb solo la nostra limitatezza come popolo e nazione, nell'essere sempre divisi, e nel dividersi ancora di più nella tragedia.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  06/10/2006 12:25:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Temo tu abbia tremendamente ragione, anche se la solidarietà non ci dovrebbe mancare
Victor  30/10/2006 17:55:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo su tutto ciò che hai scritto sia sul commento che sulla recensione...solo non capisco come mai non hai trattato per niente la figura imbarazzante del marine.