amterme63 7 / 10 26/09/2006 22:22:33 » Rispondi L’ultimo film di Fassbinder, prima di morire per droga, è la trasposizione di un romanzo di Jean Genet. Sia il regista che lo scrittore sono conosciuti per la loro omosessualità e infatti l’omosessualità è una forte componente (anche erotica) del film anche se non è il tema principale. L’opera è un tentativo di descrivere e rappresentare la parte “scura” della natura umana, tutto ciò che esiste nell’uomo ma che la morale e le leggi rimuovono dalla coscienza collettiva: l’omicidio, l’incesto, l’omosessualità, il sado/maso. La storia che viene raccontata, più che un fatto reale o plausibile, è una specie di fantasia/desiderio. I personaggi e gli ambienti sono come si vorrebbe che fossero in un sogno proibito e tutti i loro atti e pensieri non sono spontanei ma vengono descritti e spiegati come incarnazioni simboliche di un certo modo di vivere e pensare ideale. L’idealità che viene celebrata è quella del “superuomo”, dell’uomo che si sente un dio (molti riferimenti al Vangelo nel film), che si realizza solo dando libero sfogo a tutti i suoi desideri soprattutto quelli proibiti di dominio/sottomissione. Non si fa niente per nascondere il distacco completo dalla realtà. L’ambientazione sembra quasi da film di fantascienza: un’eterno crepuscolo rossastro unico per quasi tutte le scene, una città portuale fantastica piena di simboli fallici, personaggi tutti belli e maledetti che si comportano solo seguendo le proprie elucubrazioni mentali. E’ proprio questo che interessa al regista: far parlare e confessare i personaggi e stimolare la riflessione nello spettatore. Infatti le sequenze sono spesso interrotte da massime e in molte scene c’è in sottofondo il testo di Genet. Tutto è spiegato per filo e per segno; anche troppo. Il film è troppo intellettuale e freddo, manca la genuinità e la spontaneità del sentimento. Una cosa positiva dei personaggi è che non conoscono l’ipocrisia. Dicono le cose come stanno, usano termini crudi senza vergogna. Che dire; è un film che impegna molto la pazienza dello spettatore con la sua monotonia e la sua freddezza. Bisogna essere di mente aperta e disposti a conoscere opinioni e modi di comportarsi diversi dai propri per poterlo almeno capire. Di buono è che ha quasi una funzione liberatoria e anti-ipocrita: spinge ad essere sinceri con se stessi e a vedersi per come si è realmente.
polamidone 08/11/2010 16:23:19 » Rispondi il libro però ti premette di identificarti in certi processi mentali pseudo cristiani: la mia buona stella mi ha aiutato, adesso devo fare penitenza - e ti prendi in giro da solo- comunque 7 è poco
amterme63 08/11/2010 20:43:32 » Rispondi Hai ragione. Ora che ho visto molti più film di allora, gli darei senz'altro un voto più alto. Resta comunque un tipo di rappresentazione fredda e "decadentista" che a me non mi hai entusismato troppo. Gusti personali ovviamente.
bel commento comunque...questo è uno dei miei film preferiti :)
amterme63 03/12/2007 19:36:48 » Rispondi Troppo freddo, troppo intellettuale. Non sono riuscito a dargli di più, anche se la perizia tecnica di Fassbinder fa certamente aumentare il valore del film. 7 non è un votaccio!
Crimson 03/12/2007 22:17:44 » Rispondi ma certo infatti era tra virgolette ;)