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GERTRUD regia di Carl Theodor Dreyer

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     8 / 10  02/04/2012 22:52:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella realtà Maria Von Platen visse nei luoghi dove viveva contemporaneamente la madre naturale di Dreyer e questo portò a prendere a cuore il romanzo da cui è tratto Gertrud, oltre naturalmente alla storia di questa donna e dei suoi tristi legami.
Legami tristi perché così come nel libro anche nel film la protagonista al momento della confessione racconterà di aver tradito suo marito con un altro uomo per finire tra le braccia di un terzo uomo. Rapporti fragili e frivoli che non trovano limite tra l'amor sacro (matrimonio) e quello profano (tradimento) che portano inarrestabili alla morte. Una morte fatta di solitudine, la donna è cosciente di non esser riuscita ad amare veramente qualcuno. Nelle due scene più memorabili del film ritroviamo questa impossibilità di amare: la prima è quella in cui Gabriel versa la lacrima e lei resta indifferente alla sofferenza di lui come se niente fosse e la seconda è la scena finale. C'è questo continuo rapporto-distanza tra amore e attrazione dei corpi nei moltissimi piani-sequenza che trova espressione nei volti degli attori che non guardano mai in macchina. I loro sguardi sono persi nel vuoto, un vuoto che sembra essersi impossessato dei loro corpi e delle loro anime.
Nell'epilogo finale la scena secondo me è fantastica e quelli che a loro volta la disprezzarono sono solo degli imbecilli! L'attrice invecchiata si lascia in un ultimo momento tutto il suo passato alle spalle per vedere in faccia la morte che è ormai prossima.