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ANATOMIA DI UN OMICIDIO regia di Otto Preminger

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Zazzauser     7 / 10  31/01/2021 22:09:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non fra i miei preferiti fra i legal thriller d'altri tempi (sicuramente superiori 12 Angry Men e Testimone d'Accusa di Wilder) ma sicuramente un film solido e ben scritto; il mondo in cui gioca con la normale tendenza a "schierarsi" dello spettatore e' - in senso positivo - quasi irritante: dalla parte della seria, professionale pubblica accusa o dal clangore e dalle battute di spirito dell'incontenibile difesa?
Tutto contribuisce ad alimentare tale ambiguita' e "senso di smarrimento" nello spettatore: il lavorare sugli innuendo sessuali e sulle allusioni alla promiscuitá del personaggio di Lee Remick (vera femme fatale) per generare una continua ambiguitá sul presunto "stupro" e sulla presunta buona fede della donna: adorabile, lighthearted, "fregata" dalla sua ingenuitá, profumiera e provocatrice ma in fondo moglie fedele, oppure piu' semplicemente libertina ingannatrice? Il modo poco ortodosso in cui si ritrae l'ambiente e la prassi forense - l'annoiato, alcolizzato James Stewart (interpretazione indimenticabile) e l'ancor più ubriacone suo compare Arthur O'Connell a difesa di un caso perso in partenza, senza essere motivati da senso di giustizia e integritá morale ma solo alla ricerca di una scappatoia dall'evidenza (l'omicidio volontario) e dell'incasso dell'onorario; la maniera in cui ci porta ad empatizzare a fasi alterne con Ben Gazzara, l'uomo sulla graticola, l'esecutore materiale del delitto: il piu' sincero, coerente, responsabile ed integro, ma e' giusto assolverlo? La violenza e l'aggressivita' lo contraddistinguono al di lá dell' "impulso irrefrenabile".
Il punto di Preminger in ogni caso e' la fallibilita' del sistema giudiziario, troppo legato a disquisizioni di carattere etico sul giusto, sullo sbagliato e sulla giustificazione morale., e basato da sempre sulla capacita' di influenzare una giuria che lavora su schemi preconcetti.
C'e da dire che la durata (160 minuti) non aiuta un coinvolgimento massimo col dipanarsi della vicenda, oltretutto abbastanza lineare e senza particolari "mischiate di mazzo", ma Anatomy of a Murder sa non diventare mai noioso nonostante la sua linearitá.
C'e anche da dire che in quanto a registro filmico poco ha a che spartire con il serissimo film di Lumet ma si avvicina piu' al film con Laughton, specie nel modo in cui l'umorismo e il sarcasmo (a volte un po' eccessivo, ammetto) fanno da sfondo a tutto il processo. Insomma un film piu' fuori dagli schemi che dentro (l'insistenza sui dettagli scabrosi e piccanti del delitto se non sbaglio scateno' diverse controversie all'epoca, per un pubblico poco abituato a pellicole ai limiti del codice Hays).
Per me non un capolavoro (come invece gli altri due legal citati!) ma parecchio godibile; finale un po' buttato via.