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ANATOMIA DI UN OMICIDIO regia di Otto Preminger

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ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  30/11/2008 21:28:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Anatomy of a murder” esce due anni dopo “Twelve angry men” di Sidney Lumet, e ne ripercorre le orme sul sentiero del “legal-movie”. La pellicola di Otto Preminger costituisce un altro fulgido paradigma sulla estrema difficoltà di valutare un reato (soprattutto quando ci si trova di fronte ad un omicidio) e di giudicare conseguentemente la persona che si assume esserne la responsabile, fermi i moventi, le circostanze, le condizioni psico-fisiche dell’imputato, e tutte le variabili esterne che ineriscono al delitto.
Mentre Lumet insiste su una analisi psico-sociologica dei giurati chiamati a decidere di un caso di omicidio, evidenziandone tutti i fattori e i preconcetti condizionanti che ne inficiano la capacità di giudicare lucidamente, in Preminger, invece, lo sguardo si sofferma sui soggetti direttamente e indirettamente coinvolti nel delitto, le cui ambiguità, di volta in volta messe in luce nel prosieguo della narrazione, contribuiscono alla rappresentazione di un’umanità in cui sembrano essere tutti colpevoli. Esemplare, in questo senso, il finale nel quale il Tenente Frederick Manion, finalmente scagionato grazie alla meticolosa e puntigliosa difesa dell’avvocato Paul Biegler, se la squaglia con la moglie senza pagare la parcella del suo legale, lasciando così il sospetto allo spettatore che egli avesse agito nella fattispecie criminosa non spinto da un “insostenibile impulso” -che ne ha influenzato irreparabilmente la condotta, bensì da una lucida premeditazione.
“Anatomy of a murder” non ha, a mio avviso, la stessa forza e la stessa efficacia di “Twelve angry men”, ma si presenta comunque esemplare sotto il profilo narrativo (soprattutto grazie ad una azzeccatissima vena ironica) e della sceneggiatura (giocata su una sapiente costruzione di botta e risposta, difesa e accusa, tesi e antitesi), che rendono la visione del film piacevole e scorrevole nonostante le oltre due ore e mezza di durata.
Preminger, infine, getta anche una luce sull’importanza di riabilitare chi ha commesso degli errori (“rectius”: debolezze) nella propria vita, attraverso l’immagine del vecchio avvocato Parnell, che nonostante il suo recente passato di alcolista, è riuscito ad apportare un significativo e importante contributo ai fini della assoluzione dell’imputato.