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I VINTI regia di Michelangelo Antonioni

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paride_86     4½ / 10  14/10/2008 23:54:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco un altro film sui "giovani d'oggi", dove oggi, in questo caso, sta per gli anni '50. "I vinti" esce lo stesso anno di "Amore in città", che ha un episodio sullo stesso tema: i ragazzi della generazione 1930-1940, che dà scandalo ma a sua volta si scandalizzerà davanti agli hippies degli anni '60 e '70, i quali, a loro volta, inorridiranno davanti agli eccessi dei ragazzi negli anni '80 e '90. Insomma, un circolo senza fine: siamo stati e siamo tutti dei "giovani d'oggi", ma è difficile capirlo una volta arrivati all'età adulta, quando si è pronti solo a giudicare ripetendo le frasi sentite dai propri genitori quando si era ragazzi. Ma veniamo al film: Antonioni racconta tre episodi in cui i giovani, che cominciano a tornar tardi la sera e ad avere soldi propri, diventano ladri, assassini, contrabbandieri e sanguinari mitomani. Il regista non si cura di spiegare i motivi che spingono una persona ad adottare un simile comportamento, né ad indagare nella situazione familiare, che viene appena accennata e sempre in maniera idilliaca. Di chi è allora la colpa? Lo spiega Antonioni nel prologo e nell'epilogo: sono i fumetti e le storie di gangsters che riducono in questo modo i ragazzi, affascinandoli con le loro immagini fatiscenti. Ma allora i giovani degli anni '70, dopo aver visto "Il padrino", come dovrebbero essere? E quelli degli anni '90, dopo la visione de "Le iene" e "Pulp fiction"? Dovremmo avere intere generazioni di assassini sanguinari e psicopatici, stando alle conclusioni di Antonioni. Sono questi i veri motivi che traviano i ragazzi? I genitori, la società, le istituzioni non hanno alcun ruolo a riguardo? Mah. Comunque, a parte i contenuti, "I vinti" non è particolarmente riuscito neanche stilisticamente: nel primo episodio le motivazioni del crimine sono poco comprensibili. Insomma, un film noioso e moralista.