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LA CACCIA regia di Arthur Penn

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Guy Picciotto     8 / 10  05/03/2008 14:43:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L’inseguimento di un giovane evaso scatena tutte le tensioni che covano sotto la finta armonia di una cittadina del Texas: l’arroganza dei ricchi, le contraddizioni della legalità, il ricatto morale che pesa su chi non ha perso del tutto la propria dignità.
Il senso di paranoia collettiva, nascosto dietro la facciata più fintamente perbenista di una borghesia marcia alla radice, all’apparenza quieta e in realtà carica di rancori e conflitti (anche razziali), pronta a riaccendere la miccia di riposte frustrazioni e tensioni che esplodono, al momento opportuno, per un nonnulla. Tutto ciò, al centro di questo melodramma a forti tinte, datato 1966.
Sceneggiatura “scomoda”, benché sull’adattamento pesante ci sia stato l’intervento del produttore, che ha ridotto il disegno di alcuni personaggi, addirittura glissando su alcuni aspetti di non meno trascurabile rilevanza, questo non toglie al bellissimo film di Arthur Penn una forte carica emotiva, contrapposta a uno sguardo pessimista sulla realtà americana (la scelta del Texas non è casuale), dai toni accesi, in perfetta sintonia con un clima di astio e intolleranza di cui hanno già fatto le spese il presidente Kennedy e gli assassini di quest’ultimo (un nome per tutti, Lee Oswald).
A confermarlo, alcune scene ancora oggi tanto spettacolari da apparire perfino visionarie nella loro rappresentazione: il pestaggio del tormentato sceriffo Calder (un immane Marlon Brando), l’unica figura positiva in un ambiente ipocrita e corrotto, animato da un barlume di etica e giustizia inesistente agli occhi di chi lo crede o meno dalla parte della classe dirigente. O l’incendio nel cimitero delle auto, in cui ha luogo il ritrovamento dell’evaso (imprigionato proprio a causa dell’arroganza dei potenti), e dove la caccia all’uomo è occasione, per una contea ubriaca e incurante, di un’ennesima chiassosa carnevalesca. Uno dei migliori film di A.Penn