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LA SCONOSCIUTA regia di Giuseppe Tornatore

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elio91     8½ / 10  08/01/2013 23:25:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo ammetto, io ho un debole per Tornatore. Non sempre perché pure lui ha i suoi lati deboli che pure si riflettono ne La Sconosciuta: oltre a voler sempre strafare in termini di durata e complicazioni di trama, tende alla spettacolarizzazione esasperata, spesso rischiando di sbilanciare un film fatto bene tanto per colpire lo spettatore. Avendo appena rivisto qualche pezzo dell'opera in questione, ma avendolo già visto un paio di volte, mi sono deciso a commentare.

La Sconosciuta è un pugno nello stomaco. Tornatore spesso si lascia andare a rievocazioni storiche sulla sua Sicilia, a volte cadendo anche in fallo (Malena in primis). Ma lo amo quando diventa il regista meno italiano in Italia. In questo caso il suo esagerato virtuosismo tecnico è al servizio di una storia fortissima e di desolante quotidianità, proprio per questo gli si perdoneranno le rievocazioni patinate in flashback di momenti d'amore. Sono bilanciati in pieno sempre da flashback di una violenza disarmante, uno squallore unico.
La bravura del regista/sceneggiatore in questo caso non è stato solo l'aver raccontato una triste realtà, ma aver saputo sfruttare appieno gli elementi del thriller per farlo: La Sconosciuta è difatti un signor thriller che a tratti, solo a tratti, con la "resurrezione" del personaggio di Muffa e trovate di questi livelli abbastanza esagerate, gioca troppo ad esserlo. In compenso la storia è intrigante sin da subito, merito di recitazioni all'altezza soprattutto da parte della protagonista Rappoport oltre che di un viscidissimo e istrionico Placido.
Come sempre ad aiutare Peppuccio ci pensa Morricone che ormai compone col pilota automatico... l'occhio lucido sul finale è duro non averlo.
Quindi ci troviamo di fronte ad un prodotto che è stato malamente esportato visto che poteva tranquillamente concorrere all'oscar come film straniero. Il fatto che comunque all'estero sia piaciuto anche se non credo abbia sbancato i botteghini dovrebbe far riflettere sulle qualità indubbie da regista di razza di Tornatore. Che quando fa Tornatore, quello del Camorrista, di Una pura formalità insomma (Nuovo cinema Paradiso è stupendo ma lo ha ripetuto troppe volte) è uno dei migliori autori italiani. E questo è forse il suo lavoro più sottovalutato, Pure formalità a parte, si capisce.