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BABEL regia di Alejandro Gonzalez Inarritu

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elio91     8 / 10  29/06/2011 11:48:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Terzo capitolo della Trilogia della Morte del messicano Inarritu e i temi sono sempre gli stessi: dolore,morte,tragedia inseriti in un contesto fatto di umanità varia. Questa volta però la galleria di uomini e vicende è incredibilmente varia e lo sottolinea già il titolo stesso,Babel; le 4 storie che si intrecciano sono tutte appartenenti a contesti culturali profondamente diversi e in qualche modo vanno a rappresentare l'incomunicabilità e la differenza tra i diversi personaggi,costretti a rapportarsi tra loro anche contro la loro volontà. In questa Babele di lingue e violenze soltanto la lingua della sofferenza unisce la galleria di personaggi,costretti loro malgrado ad entrare in uno stato di profonda coscienza di sé,di rimorso e magari anche di redenzione,oppure nella tragedia finale. La cosa più importante che ancora non è stata detta è che in questa Babele l'unico Di0 esistente è quello del Caso,che tutto fa accadere insieme alla complicità della superficialità degli uomini.
Unica pecca: la storia della giapponese; troppo estranea rispetto agli altri contesti culturali di enorme degrado (stesso dicasi affrontare una storia di handicap comunque ben scritta),e come a volerlo sottolineare il filo labile che lega questa vicenda alle altre viene rivelato nel finale ed è una cosa quasi di poco conto,eppure anche questa di fondamentale importanza. Non sono d'accordo con quanti hanno scritto di assurdità dell'intreccio laddove per il sottoscritto in Babel si raggiunge la perfezione di un intreccio comandato dal caso,perfetto nelle sue complicazioni ed assurdità. Un pò forzato? Possibile, è pur sempre un film ma rimane verosimile e questa è la cosa più importante.

Grazie allo stile di ripresa dinamico e velocissimo,Inarritu si conferma uno dei registi migliori sulla piazza capace di trascinarti all'interno delle storie che racconta,grazie anche all'aiuto di Arriaga. Babel è il loro ultimo lavoro insieme tra l'altro,i due hanno litigato perché Arriaga voleva essere inserito come coautore del film che rimane per me una pretesa assurda: la sceneggiatura è ottima ma senza Inarritu e la sua capacità di non fare mai abbassare la guardia allo spettatore per due ore e venti,Babel non sarebbe la stessa cosa.
Ottimo anche il supporto degli attori con un Pitt ormai maturo che non delude e conferma la sua credibilità (e sceglie sempre bei ruoli da anni) alla Blanchett,senza dimenticare tutti gli altri,compreso quel Bernal che proprio il regista messicano ha lanciato nel suo primo lungometraggio.

In un ideale classifica della trilogia,metterei Babel in mezzo ad Amores Perros (il migliore) e 21 Grammi (bello ma non riuscito del tutto). Cinema di altissimo livello e grande tasso emotivo,anche se in Babel c'è il difetto di aver tirato un pò troppo la corda col dolore nella parte finale,forse troppo lunga ed eccessivamente tragica.
Le musiche sono stupende,ulteriore completamento di una bella esperienza che piaccia o no dovrebbe essere affrontata.