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THE DEPARTED - IL BENE E IL MALE regia di Martin Scorsese

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  01/11/2006 02:38:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questa è la storia di un uomo. La storia del piu' grande regista americano che dopo aver raccontato i princìpi che nascono dalla coscienza di altri uomini (mafiosi, boxeur, arrampicatori sociali, sicari, infermieri, persino Cri.sto) decideva che doveva essere egli stesso BABELE di quel mondo, cercando invano di superare Ford, Griffith. Hawks.
Nei suoi ultimi due film sfiorava il sublime, ma anche l'inutilità formale.

Ora quest'uomo abbandona i toni epici, persino agiografici, dei suoi film minori ma anche dei capolavori, raccontando lo stato indenne della coscienza.

Per la terza volta Di Caprio è coinvolto nella "trilogia che non c'è", che gli appartiene di diritto, dove ha sfornato prove di maturità ma con un volto pulito e mai dannato che non perdona (che non gli perdonano soprattutto).

La trilogia è forse quella che mette insieme Di Caprio, Damon (eterno rivale?) e Wahlberg stimolando un processo inverso al film, che sembrerebbe (ma non è) una furbissima operazione di marketing.

La realtà è ben diversa: "the departed" è un'esperienza travolgente, un'opera che racconta (ma senza epopea) quanto la condizione umana possa giocare a proprio favore a seconda dei propri vantaggi personali.
Un film sul doppiogiochismo, sul limite dei ruoli, piu' che sulla semplice corruzione delle "vocazioni".
Il doppio insegue quasi la stessa logica basilare di quel film di Mann, "Heat", dove il poliziotto reclama soprattutto il bisogno di eseguire i suoi compiti.

La Giungla d'asfalto di Boston rievoca inizialmente il bellissimo film di Lumet, "Il principe della città", ma è solo apparenza.
Nel disprezzo dei federali, l'ufficio investigativo appare come una sorta di sorprendente luogo di nevrosi, un'inferno privato dove la diffidenza è antitetica e complementare a quella dei fuorilegge.

Ci sono tanti elementi che si riconoscono in un film di Scorsese e altrettanti che lasciano spiazzati perchè non sembra essere piu' lui: in quel finale, che dà la fastidiosa sensazione di voler essere affrettato e compensativo, Scorsese sembra a tutti gli effetti un'emulo di Mamet...

Il personaggio di Frank Costello, magistralmente interpretato da un Nicholson in gran forma, per quanto sia affine ai gangsters tipici della carriera del regista (Joe Pesci, De Niro) al tempo stesso denuncia una forma di inesorabile paternità, quasi a restituire alla malvagità dei ruoli anche un'umanità rimossa, e insormontabile (non a caso la fine di Costello coincide con una provocazione del genere, da parte di Damon).

Anche stavolta Scorsese ha commesso qualche errore, fagocitando nei personaggi una no way out che inizialmente appassiona, poi diventa schematica e forse un po' egoista, specialmente nei riguardi dei comprimari (la psicologa che ama in due direzioni, ed è l'anello di congiunzione tra due insospettabili nemici).

Tuttavia, ci sono sequenze che rimarranno impresse per sempre nella storia del cinema di Scorsese, in particolare la (quasi Lynchiana) chiamata muta ai cellulari tra "la talpa" e "l'infiltrato", con un Damon davvero sorprendente a dipingere ancora una volta un personaggio sgradevolmente "rispettabile" e mentore.

Probabilmente l'unica epicità che Scorsese regala ancora al pubblico è l'ascesa il tormento e la decadenza fisica e morale di Costello, colui che nei primi fotogrammi afferma sprezzante "voglio che il mio ambiente sia il mio prodotto".

Nell'universo di "departed" il bene e il male non hanno una collocazione precisa, e cio' favorirà evidentemente riferimenti con gli States di oggi, con la politica del "sospetto" e la paura inconscia del "tradimento" all'interno dello stesso nucleo di persone.

In questo senso la musica onnipresente e un modo non sempre ortodosso di realizzare le varie fasi di montaggio (ripeto il Mametismo finale) danno al film un'aria insolita e geniale di un'uomo (Scorsese) che cerca di dimenticare se stesso cercando di essere comunque cio' che gli spettatori da anni si attendevano da lui.

In "departed" l'umanità si regge soprattutto sull'equilibrio della vita di relazione, un'equilibrio che viene piu' volte messo in discussione e puo' rompersi definitivamente: è emblematico il personaggio della psicologa che con molta (troppa?) naturalezza affronta crisi e depressioni di galeotti e poliziotti, come fossero entrambi complementari alla sua ricerca professionale.

Particolarmente affascinante, ma anche inquietante, la presenza dei cercapersone come impellente e diabolica esca(lation) per una rete di contatti e complicità, atta a favorire l'ingresso nella società contemporanea della spersonalizzazione individuale, la stessa che Di Caprio, infiltrato suo malgrado, reclama piu' volte ("rivoglio la mia vita").

Un film che insegna anche un'altra fondamentale verità: nel potere della complicità nella sudditanza opportunista c'è sempre l'ombra di un sospetto o di un tradimento.

Meglio nemici e traditori veri, che leali avversari
ELY81  19/08/2007 00:46:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento. Mi complimento con te.
fidelio.78  08/11/2006 13:07:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai letto il commento di Maremare? Sei stato troppo buono nel giudizio. Il film ha delle pecche su cui non si può pèassare sopra. Certo è un bel film, ma è solo una delle tante pellicole che affollano i cinema, manca della genialità e dell'originalità a cui Scorsese ci aveva abituati. Ti accontenti di un film fatto bene? io no. cerco qualcosa in più e questo film non lo da
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  08/11/2006 21:15:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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maremare  09/11/2006 00:09:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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shineonthepiper  02/11/2006 09:22:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grazie kow, ogni tuo commento è prezioso e competente. Concordo anch'io sul voto? Hai visto Infernail Affairs?
shineonthepiper  02/11/2006 09:23:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
concordo sul voto. punto, ho sbagliato a mettereil punto di domanda, ophs
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  02/11/2006 13:37:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che minuzioso