carsit 7 / 10 04/08/2015 14:38:49 » Rispondi La moda americana di produrre reboot, sequel e remake mi è sempre stata indigesta. L'ho sempre considerato come un allarme rosso, un' esplicita dichiarazione di incapacità nell'offrire un qualcosa di nuovo al pubblico. 3 anni fa votai l'originale film di Hooper con un ingiusto 5, ma questo film mi ha permesso di rivalutare la figura di Leatherface e di tutta la sua allegra famigliola. Il film, ma questo si sapeva, non offre assolutamente nessun guizzo di sceneggiatura, nè tantomeno colpi di scena da ricordare ai posteri. I punti di forza di questo prequel sono da ricercarsi nella fotografia estremamente cupa, capace di trasmettere con efficacia un'atmosfera malsana , ma anche nella corposa componente splatter. La violenza non è affatto edulcorata e si erge a protagonista indiscussa della vicenda, riuscendo a bypassare (furbescamente) le penurie di sceneggiatura e le performance attoriali non eccelse. Da sottolineare l'impressionante presenza scenica di Leatherface, ma soprattutto l'ottima interpretazione di Ermey nei panni dello sceriffo Hoyt. "Non aprite quella porta: l'inizio" è un film molto violento, che vive e muore delle sue atmosfere morbose e malate, ma non porta in dote nessuna morale di fondo. Parliamo di un horror che deve trasmettere tensione e intrattenere; il filosofo che cerca domande esistenziali è pregato di passare ad altro.